Cronaca giudiziaria

Saman Abbas, ancora rinviata l'estradizione del padre: l'ostruzionismo del Pakistan

Il tribunale di Islamabad ha rimandato a martedì prossimo la decisione sull'estradizione del padre di Saman Abbas, Shabbar Abbas, imputato insieme ai parenti per la morte della giovane. Si tratta dell'ennesimo rinvio, che sembra confermare l'atteggiamento ostruzionistico tenuto dal Pakistan nei confronti della giustizia italiana

Un primo piano di Shabbar Abbas, padre di Saman
Un primo piano di Shabbar Abbas, padre di Saman

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Saman Abbas, ancora rinviata l'estradizione del padre: l'ostruzionismo del Pakistan

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La decisione sull'estradizione di Shabbar Abbas, prevista in un primo momento per ieri (dopo mesi di rinvii) è stata rimandata per l'ennesima volta: il giudice dovrebbe esprimersi (il condizionale è d'obbligo) a questo punto al termine della nuova udienza fissata per martedì prossimo. Nell'occasione, dovrebbe arrivare anche il verdetto sull'istanza di rilascio su cauzione formulata dal legale dell'uomo, sulla quale dovrà però dovrà esprimersi successivamente anche il gabinetto del primo ministro pakistano. Sembra insomma proseguire l'ostruzionismo del Pakistan, per quanto concerne l'estradizione del padre della giovane Saman Abbas. Il genitore della diciottenne uccisa a Novellara nella notte fra il 30 aprile e il 1 maggio del 2021 per essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino, è imputato in Italia insieme ad altri quattro parenti (la madre, lo zio e due cugini di Saman) con l’accusa di omicidio, distruzione di cadavere e sequestro.

Nelle scorse settimane aveva partecipato al processo in corso a Reggio Emilia, collegandosi in videoconferenza dal Pakistan, perché dopo essersi allontanato dall'Emilia ed essere tornato in patria è ancora in attesa di essere estradato. Ma la decisione in merito all'estradizione continua ad essere rimandata da mesi: il tribunale di Islamabad avrebbe dovuto in teoria esprimersi ieri, stando almeno all'ultima scadenza fissata. Invece, stando a quanto riportato dal sito Reggioline.it, nel corso dell'udienza delle scorse ore si sarebbe chiusa solo la fase giursdizionale della procedura di estradizione: la decisione finale è stata rinviata alla prossima settimana, anche per quanto riguarda l'istanza di rilascio su cauzione formulata dall'avvocato di Shabbar. Già, perché l'uomo potrebbe essere persino rilasciato dal carcere nel quale si trova attualmente detenuto, anche se una richiesta analoga presentata lo scorso gennaio era stata a quanto pare bocciata dalla giustizia pakistana. C'è poi la giustizia italiana che continua a reclamare la presenza di Shabbar, finito ancor più nel mirino degli inquirenti (insieme al fratello Danish Hasnain) a seguito della visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza e dell'esame dei tabulati telefonici.

Danish, dopo aver condotto la polizia penitenziaria nel luogo dell’occultamento del corpo di Saman Abbas (situato a 700 metri dalla casa paterna, in un casolare abbandonato) aveva dichiarato di non essere stato presente all’omicidio: si era giustificato dicendo di essere a letto nel momento dell'agguato, a dormire. E che ad uccidere la nipote sarebbe stata invece la madre di Saman, Nazia Shaheen, come gli è stato raccontato da due dei parenti rinviati a giudizio. Una versione che sarebbe tuttavia stata smentita in parte dagli indizi emersi, gli stessi che hanno peraltro indotto gli investigatori a parlare di premeditazione. Stando a quanto emerso nei giorni scorsi inoltre, nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Saman, il padre avrebbe telefonato al datore di lavoro della figlia, dicendogli di essere in contatto con lei su Instagram.

E a breve dovrebbero quindi esserci nuovi sviluppi.

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