Cronaca internazionale

Il raid e le 15 martellate, il braccio di destro di Navalny pestato a sangue: "Volevano fare di me una cotoletta"

L'aggresione è stata messa a segno quasi un mese dopo la morte in carcere del leader dell'opposizione russa Navalny per motivi ancora non chiariti

Il raid e le 15 martellate, Volokv pestato a sangue: "Volevano fare di me una cotoletta"

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Il raid e le 15 martellate, Volokv pestato a sangue: "Volevano fare di me una cotoletta"

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L'attivista politico Leonid Volkov è ancora scosso per l'aggressione a martellate subita fuori casa sua. Il fedele alleato del leader russo d'opposizione Alexei Navalny, morto lo scorso 16 febbraio in una colonia penale nell'Artico, però, ha voluto far sapere a tutti che non molla. "Lavoreremo e non ci arrenderemo". Così, in un video postato su Telegram, il braccio destro del defunto dissidente russo ha voluto rispondere a chi, nelle scorse ore, lo ha brutalmente menato. L'aggressione subita, ha affermato, è il "caratteristico saluto da bandito da parte degli scagnozzi del presidente russo Vladimir Putin".

L'accusa

Dimesso dall'ospedale dove era stato ricoverato, l'attivista ha spiegato: "Un uomo mi ha aggredito nel cortile, colpendomi sulla gamba circa 15 volte. La gamba in qualche modo è a posto. Fa male camminare. Comunque mi sono rotto il braccio". Volkov nel post su Telegram ha aggiunto: "Volevano letteralmente fare di me una cotoletta". Qualche ora prima dell'attacco Volkov aveva anche detto al quotidiano indipendente russo Meduza di essere preoccupato per la sua sicurezza dopo la morte di Navalny. "Il rischio principale ora è che verremo tutti uccisi. Perché, è una cosa abbastanza ovvia", aveva dichiarato.

Chi è Volkov

Volkov, in passato responsabile degli uffici regionali e delle campagne elettorali di Navalny (che si è candidato a sindaco di Mosca nel 2013 e ha cercato di sfidare Putin alle elezioni presidenziali del 2018), ha lasciato la Russia diversi anni fa su pressione delle autorità. L'anno scorso, Volkov e il suo team hanno lanciato un progetto chiamato "Navalny's Campaigning Machine", con l'obiettivo di parlare con quanti più russi possibile, per telefono o online, e metterli contro Vladimir Putin in vista delle elezioni presidenziali dei prossimi 15-17 marzo. Volkov è stato presidente della Fondazione anticorruzione di Navalny fino al 2023.

La vicenda

La notizia dell'aggressione era stata diffusa da Kira Yarmysh, portavoce di Alexei Navalny. Leonid Volkov, ex braccio destro del leader dell'opposizione russa, è stato aggredito fuori casa sua a Vilnius, in Lituania. "Qualcuno ha rotto il finestrino di un'auto e gli ha spruzzato gas lacrimogeno negli occhi, dopo di che l'aggressore ha iniziato a colpire Leonid con un martello", aveva detto Yarmysh in un post sui social media. "Leonid ora è a casa, la polizia e l'ambulanza stanno arrivando da lui". Anche Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione anticorruzione di Navalny, aveva confermato che Volkov era stato malmenato.

"Gli hanno colpito le gambe e le braccia con un martello", aveva rivelato.

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