Cronaca internazionale

Un caso Navalny in Bielorussia: morto in carcere l’oppositore di Lukashenko

L'ex membro del Partito socialdemocratico bielorusso aveva 64 anni, non sono state rese note le cause della sua scomparsa

Un caso Navalny in Bielorussia: morto in carcere l’oppositore di Lukashenko

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Un caso Navalny in Bielorussia. A pochi giorni dalla scomparsa del principale oppositore di Vladimir Putin, nel Paese alleato di Mosca è stata annunciata la morte in carcere di Ihar Lednik, attivista dell’opposizione finito dietro le sbarre per aver diffamato il presidente Alexander Lukashenko. La notizia è stata confermata dal suo ex partito, il Partito socialdemocratico bielorusso (Hramada), e dalla ong per la difesa dei diritti umani Viasna.

Secondo quanto riferito dal movimento politico gestito da bielorussi all’estero, la salute di Lednik in carcere era notevolmente peggiorata. Recentemente, era stato operato per un problema al sistema gastrointestinale e soffriva di problemi cardiaci. Il politico si è spento all’età di 64 anni all’ospedale di Minsk, dove i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Al momento le autorità bielorusse non hanno reso nota né la data del decesso, né la causa.

Arrestato nell'aprile del 2022, l’attivista era stato condannato a tre anni di reclusione per un articolo contro Lukashenko pubblicato sul giornale del suo partito "Position". Lo scritto dal titolo “La neutralità della Bielorussia riconosciuta a livello internazionale è una garanzia di sicurezza nella regione dell’Osce” secondo l’ufficio del pubblico ministero di Minsk conteneva “informazioni deliberatamente false, diffamatorie e degradanti sull’onore e la dignità di Lukashenko, insieme ad un’accusa nei suoi confronti di crimini particolarmente gravi, anche contro la sicurezza dell’umanità”. Da qui la condanna a tre anni di carcere sancita nel settembre del 2022.

Come sottolineato da Svoboda, si tratta del quinto prigioniero politico morto dietro le sbarre dopo Vitold Ashurak, Vadim Hrasko, Ales Pushkin e Mikalai Klimovich. C’è chi teme che quella di Lednik non sia stata una morte naturale, ma frutto della macchina di repressione di Lukashenko. Fedele alleato di Putin, il presidente bielorusso ha ordinato centinaia di arresti e di condanne draconiane tra attivisti, giornalisti, difensori dei diritti e cittadini comuni. I numeri sono impressionanti: secondo l'organizzazione Viasna, la Bielorussia ha attualmente più di 1.400 prigionieri politici. “Ihar Lednik è la quinta vittima del regime di Lukashenko”, la denuncia della leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya: “Ho il cuore spezzato per la morte del prigioniero politico Ihar Lednik, uno dei leader dei socialdemocratici bielorussi e un instancabile combattente per la libertà. Questa morte è un tragico simbolo della brutalità del regime di Lukashenko.

Deve essere ritenuto responsabile di ogni morte, di ogni eroe perduto”.

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