Cronaca internazionale

Pressing di 40 Paesi su Putin: "Indagine internazionale su morte di Navalny"

Nell'appello pronunciato dall'ambasciatore Ue alla sede Onu di Ginevra, gli Stati hanno chiesto a Mosca di rilasciare tutti gli altri oppositori di Putin e gli attivisti che si oppongono alla guerra in Ucraina

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A tre giorni di distanza dal funerale di Alexei Navalny, l’oppositore di Vladimir Putin morto in carcere il 16 febbraio, la comunità globale ha chiesto a gran voce risposte sulle cause ancora poco chiare del suo decesso. Oltre 40 Paesi, tra cui l’Italia, hanno lanciato un appello affinché la Russia consenta “un'indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della morte improvvisa" del politico 47enne, detenuto dal 2021.

La richiesta è stata pronunciata dall’ambasciatore Lotte Knudsen, a capo della delegazione dell’Unione europea presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra. "Siamo indignati per la morte dell'oppositore russo Aleksei Navalny, la cui responsabilità ultima spetta al presidente Vladimir Putin e alle autorità russe", ha affermato il diplomatico, aggiungendo che la scomparsa del dissidente " è nuovo segno della repressione crescente e sistematica in Russia". Su questo tema, gli Stati sottoscrittori dell’appello hanno chiesto a Mosca di "rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti gli altri prigionieri politici", oltre a "i difensori dei diritti umani, i giornalisti e gli attivisti contro la guerra detenuti arbitrariamente per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani e per essersi opposti alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina", in modo da creare “un ambiente sicuro per l'opposizione politica e le voci critiche” come sancito dagli obblighi nazionali e internazionali.

Queste esortazioni sono probabilmente destinate a cadere nel vuoto. Dall’inizio del conflitto con Kiev, l’Occidente ha identificato la Federazione come un Paese ostile e la retorica da entrambe le parti non ha permesso una distensione dei rapporti. Per quanto riguarda il caso Navalny, fin da subito le autorità russe si sono dimostrate restie a fornire dettagli sulle circostanze e le cause della morte. La versione ufficiale cita che l’oppositore di Putin è deceduto per una “sindrome da morte improvvisa”, ma si è diffusa anche l’ipotesi che sia stato ucciso da agenti dell’Fsb con la tecnica del pugno al cuore. Per giorni, i familiari non hanno potuto vedere il corpo e, dopo la consegna della salma, la madre di Navalny ha ricevuto pressioni per accettare un funerale segreto.

Alla fine, i collaboratori del dissidente sono riusciti ad organizzare una cerimonia in una chiesa di Mosca, il cui parroco ha dovuto celebrare un rito abbreviato dopo aver ricevuto ordini dai vertici del Patriarcato ortodosso russo.

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