Cronaca internazionale

Ghana, chi si identifica come Lgbt rischia fino a tre anni di carcere

Il parlamento di Accra ha approvato una legge “anti-gay”. Preoccupazioni di Amnesty e Onu

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Stretta “anti-gay” in Ghana. Il Parlamento di Accra ha approvato un nuovo disegno di legge che prevede il carcere fino a tre anni per chi si identifica come membro della comunità Lgbt e pene fino a dieci anni di carcere per chi promuove e difende i diritti arcobaleno. Il testo è stato proposto da una coalizione di cristiani, musulmani e capi tradizionali e ha ottenuto il via libera ieri. Ostacolati tutti i tentativi di sostituire le pene detentive con servizi alla comunità.

Come evidenziato dalla Bbc, la legge entrerà in vigore solo dopo la ratifica del presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo. Il numero uno del Paese africano si era già espresso sulla legge, sottolineando di essere disponibile a dare la sua approvazione solo con l’appoggio della maggioranza dei cittadini ghanesi, ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: il suo mandato scadrà a dicembre e un attacco frontale alla comunità Lgbt potrebbe minare la sua reputazione a livello internazionale.

In Ghana i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso erano già punibili con una pena fino a tre anni di carcere, anche se nessuno è stato incriminato di recente. Ora gli attivisti arcobaleno temono una caccia alle streghe e molti potrebbero essere costretti a nascondersi. Il capo del programma delle Nazioni Unite per la lotta contro l’Aids (Unaids), Winnie Byanyma, non ha utilizzato troppi giri di parole: “Se il disegno di legge sui diritti sessuali umani e i valori della famiglia ghanese diventasse legge, aggraverebbe la paura e l’odio, potrebbe incitare alla violenza contro i connazionali ghanesi e avere un impatto negativo sulla libertà di parola, sulla libertà di movimento e sulla libertà di associazione. Ostacolerebbe l’accesso ai servizi salvavita e metterebbe a repentaglio il successo dello sviluppo del Ghana”. Per Amnesty International, invece, il disegno di legge “pone minacce significative ai diritti e alle libertà fondamentali”.

Secondo quanto sostenuto dai parlamentari favorevoli al testo, il disegno di legge è stato redatto in risposta all’apertura del primo centro comunitario Lgbt ad Accra nel gennaio 2021. Il centro è stato poi chiuso in seguito alle proteste dei cittadini e alle pressioni degli organismi religiosi. All’epoca, il Consiglio cristiano del Ghana e il Consiglio pentecostale e carismatico del Ghana affermarono in una nota congiunta che essere membro della comunità LGBTQ+ era “estraneo alla cultura ghanese e al sistema di valori familiari" e, come tale, i cittadini di questa nazione non potevano "accettarlo”.

Seguiranno aggiornamenti.

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