Cronaca internazionale

"È una provocazione": caos nella Champions League asiatica per la statua di Soleimani

Un busto in bronzo del generale considerato un terrorista fa saltare la partita tra i sauditi dell'Al Ittihad e gli iraniani del Sepahan. L'episodio rischia di rallentare il riavvicinamento tra le due potenze rivali

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Il calcio asiatico è in grande espansione ma continua a scontrarsi con problemi extra-sportivi, anche di carattere politico. Lunedì 2 ottobre a Isfahan, in Iran, si sarebbe dovuta giocare la sfida di Champions League asiatica tra gli iraniani del Sepahan e i sauditi dell'Al Ittihad, la squadra in cui militano N'Golo Kanté e Karim Benzema. La partita è però saltata perché l'Al Ittihad si è rifiutata di giocare: sulla passerella che portava al campo era esposto un busto in bronzo di Qasem Soleimani, il generale iraniano dei Pasdaran ucciso in un attacco di droni americani in Iraq nel 2020.

Il club saudita ha chiesto la rimozione della statua, considerata una provocazione politica: Soleimani in Iran è visto come un eroe di guerra, ma Riad lo aveva inserito nella lista dei terroristi nel 2018. I Pasdaran - Corpo delle guardie della rivoluzione islamica - sono ritenuti il braccio armato del regime degli Ayatollah e sono spesso in prima linea nella diffusione della vasta rete iraniana di milizie sciite in tutto il Medio Oriente, compresa l'Arabia Saudita, che è un Paese a maggioranza sunnita.

La richiesta dell'Al Ittihad non è stata accolta dagli iraniani del Sepahan e la statua è rimasta al suo posto. Per tutta risposta, la squadra allenata da Nuno Espírito Santo ha deciso di non scendere in campo, tra i fischi dei 60mila tifosi del Naghsh-e-Jahan Stadium dove sugli spalti c'era chi inneggiava a Soleimani anche con striscioni. Il club saudita ha lasciato lo stadio e si è recato in aeroporto per tornare in patria.

L'episodio, come detto, va oltre lo sport e rischia di rallentare il riavvicinamento tra le due potenze rivali. Soltanto sei mesi fa, ad aprile, erano tornati a incontrarsi i ministri degli esteri dopo sette anni di forti tensioni in cui tutte le sfide tra le squadre dei due Paesi venivano disputate in campo neutro. Quella di Isfahan sarebbe stata la seconda partita di una squadra saudita nella Repubblica islamica dal 2016, quando il gruppo di miliziani iraniani Basij - parte dei Pasdaran - ha attaccato l'ambasciata saudita a Teheran. Lo scorso settembre l'Al-Nassr di Cristiano Ronaldo aveva giocato e vinto a Persepoli, in Iran, sempre per la Champions League asiatica.

La Confederazione asiatica (Afc) ha fatto sapere che la partita è stata annullata "per motivi imprevisti e imprevedibili", ribadendo la "priorità di garantire la sicurezza e l'incolumità di giocatori e spettatori" e avvertendo che la questione è stata sottoposta "alle commissioni competenti".

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