Cronaca internazionale

Libia di nuovo al collasso per i migranti. Raid nelle città contro i trafficanti di esseri umani

Scontri tra la popolazione e gruppi di trafficanti di esseri umani a Zawiya, cittadina libica hotspot delle partenze dei migranti. Rischio per l'aumento dei flussi verso l'Italia

Libia di nuovo al collasso per i migranti. Raid nelle città contro i trafficanti di esseri umani
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La popolazione della Libia è insorta contro i trafficanti di esseri umani. In uno dei principali luoghi di partenza dei barconi di migranti sulla costa libica si sono verificati diversi scontri, in cui, tra l’altro, la popolazione ha fatto irruzione nei nascondigli dei mercenari uccidendo e ferendo numerosi africani immigrati.

Il video delle torture

A Zawiya, cittadina situata sulla costa libica, i cittadini si sono scontrati con milizie armate di africani e le forze di sicurezza locali, bloccando le vie di accesso, nonché le valvole della raffineria di petrolio locale, isolando così di fatti la città dal resto della Libia e rischiando ripercussioni sulla fornitura di petrolio e di energia elettrica. La protesta è nata in seguito a delle immagini messe in circolazione sui social media in cui presunti immigrati africani torturano un giovane libico. Purché non sia possibile un'identificazione certa degli attori coinvolti, è possibile scorgere un giovane appeso per le mani mentre viene bastonato. La popolazione è dunque insorta contro la presenza di mercenari africani nella città – e in realtà in molte parti del Paese – accusati di essere responsabili dell’aumento della criminalità nella città e di aver assoldato africani per rapire e torturare giovani arabi.

I gruppi armati oggetto degli attacchi sono perlopiù formati da uomini di origine africana/sub-sahariana. Questi sfruttano una situazione di controllo precario da parte delle municipalità e delle autorità locali che caratterizza la Libia sin dalla fine della Primavera araba, per accrescere il proprio giro di affari illegali. Motivo per il quale la rabbia della popolazione si è riversata anche sulle postazioni dei servizi di sicurezza locali, accusati di inefficenza.

Gli scontri in Libia

Zawiya, a 40 km a ovest da Tripoli, è uno snodo cruciale per quanto riguarda l’esportazione del petrolio, ma soprattutto, come detto, per la partenza dei barconi di migranti diretti verso l’Italia. Se l’arrivo, e la presenza, di questi presenta un problema cruciale per l’Italia e il governo italiano, il traffico di esseri umani pesa anche sulla popolazione libica. Il Paese, tornato il primo in classifica per il numero di partenze di migranti, spodestando quindi la Tunisia, conta la presenza di circa 684mila migranti, secondo quanto riportato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Media libici hanno riportato diversi scontri tra la popolazione e milizie locali contro le forze dell’ordine, intervenute per placare le proteste dei cittadini. Questi chiedono l’eliminazione delle milizie armate di africani, accusate di “proteggere gli immigrati responsabili di aver torturato un ragazzo”, nonché l’allontanamento degli immigrati che usano la città come punto di partenza per attraversare il Mediterraneo e che nel frattempo vengono assoldati dagli africani.

Sono stati registrati numerosi attacchi alle basi delle milizie africane nel tentativo di cacciare i criminali dalla città. Come risultato vi sonos stati numerosi africani arrestati o addirittura uccisie i cittadini chiedono ulteriori raid per l'eliminazione di tutti i covi di immigrazione clandestina.

Accusando la municipalità di inazione per contrastare la criminalità, i cittadini chiamano inoltre a nuove elezioni. Ma non è la prima volta che Zawiya viene scossa da simili tensioni. Già nelle scorse settimane vi erano stati diversi scontri, in quel caso però riconducibili a rivalità tribali, che hanno causato la morte di numerosi civili.

Il rischio di ripercussioni

Chiediamo a tutte le città della Libia di unirsi a noi. Queste bande criminali devono essere espulse dalla nostra città. Non permetteremo più la tortura e il rapimento dei nostri giovani!”, ha dichiarato Muhammad Khaled, un residente di Zawiya, all’agenzia Nova.

Se la manifestazione, come sta attualmente avvenendo in alcune città limitrofe di Zawiya, dovesse propagarsi per il Paese, questo potrebbe avere allarmanti conseguenze sul flusso di migranti verso l’Italia, nonché per la Libia stessa, essendo che le tensioni, tribali e politiche del Paese, sono sempre in uno stato di altissima fragilità e un movimento come quello attualmente registrato nella città costiera potrebbe essere sfruttato per motivi politici e causare l'aumento dei flusso migratorio.

Le proteste esplose potrebbero, infatti, generare una "caccia ai migranti".

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