Cronaca internazionale

Il viaggio in Qatar e l'incontro con Erdogan: altra bufera su Musk

Fa discutere la presenza al Lusail Stadium di Elon Musk, fotografato sugli spalti insieme al genero di Trump, Jared Kushner. Rivolta degli utenti su Twitter contro il magnate

Il viaggio in Qatar e l'incontro con Erdogan: altra bufera su Musk

Un weekend da incubo per Twitter e per il suo proprietario, Elon Musk, fotografato al Lusail Stadium, in Qatar, mentre assisteva sugli spalti alla finale dei Mondiali di Calcio vinti dall'Argentina in compagnia del genero dell'ex presidente Donald Trump e marito di Ivanka Trump, Jared Kushner. La presenza al Lusail Stadium di Musk, naturalmente, è stata sfruttata dai suoi "hater" e critici sparsi per tentare di delegittimarlo in tutti i modi: c'è chi scrive, ad esempio, che con il suo viaggio in Qatar a bordo del suo jet privato, il patron di Twitter abbia rilasciato nell'atmosfera 84368 chili di Co2; altri, invece, hanno contestato la sua stretta di mano al presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, non esattamente uno strenuo difensore della democrazia liberale e del "free speech".

Erdogan, accusa Don Moynihan, docente presso la Georgetown University, "è un autoritario che ha usato il potere dello stato per ridurre drasticamente il dissenso nel suo Paese. Musk può associarsi a lui se vuole, ma per favore la smetta di fingere che gli importi della libertà di parola". Di cosa hanno parlato? Secondo quanto emerso di recente dal Daily Sabah, il presidente turco potrebbe voler discutere con Musk della censura dei suoi tweet da parte dell'ex dirigenza di Twitter. Tra i due il "feeling" è ottimo: lo scorso anno Erdogan ha ringraziato l'uomo più ricco del pianeta, fondatore della società di esplorazione spaziale SpaceX, per aver contribuito al lancio del satellite turco Turksat 5A.

Il sondaggio e quelle polemiche per la comparsata al Lusail Stadium

Insomma, qualunque cosa faccia Musk, la pioggia di critiche è dietro l'angolo. Per suggellare il fine settimana da incubo, il tycoon ha ben pensato di lanciare un sondaggio sul profilo, chiedendo agli utenti se dovesse o meno dimettersi dal ruolo di Ceo di Twitter e annunciando che, qualunque sia la decisione finale, ne prenderà atto. Il "Sì" è prevalso col 57,5% dei voti. Cosa farà ora l'imprenditore sudafricano? Rispetterà la volontà "popolare" e si dimetterà, rimanendo comunque proprietario della piattaforma che ha acquisito per 44 miliardi di dollari? Difficile prevedere le mosse di un uomo ricco quanto imprevedibile. E se Musk avesse già nel taschino il nuovo Ceo e fosse proprio Jared Kushner? Solo una suggestione, al momento, in attesa di commentare le scelte del fondatore di Tesla.

Dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi a seguito dei giornalisti sospesi - e poi reintegrati - per aver fatto "doxxing", ossia condiviso la posizione del jet dell'uomo più ricco del mondo, nel fine settimana l'escalation del malcontento è culminata a seguito delle ultime decisioni prese dalla piattaforma social su volontà proprio del neo-proprietario e Ceo.

Twitter, rivolta contro il magnate

Dopo aver sospeso l'account della giornalista del Washington Post, Taylor Lorenz, con la medesima accusa - che pare infondata - di "doxxing", domenica la piattaforma ha introdotto una nuova controversa policy che ha provocato una vera e propria sollevazione nei confronti di Elon Musk che proibisce agli utenti di condividere contenuti legati ad altre piattaforme come Facebook, Instagram e Mastodon. Musk ha affermato che la modifica è stata apportata per impedire "l'inesorabile pubblicità gratuita dei concorrenti, il che è estremamente assurdo". Una mosa che, come riporta il New York Times, si è rivelata altamente impopolare tra gli utenti, abituati video e messaggi in grado di essere facilmente condivisi tra le varie piattaforme.

Anche le persone che lo avevano precedentemente sostenuto nell'acquisizione della piattaforma e nalla battaglia a favore del "free speech" hanno fortemente criticato le ultime novità introdotte dal fondatore di Tesla. Tra questi anche Paul Graham, fondatore dell'acceleratotore di start-up Y Combinator, e l'investitore Balaji Srinivasan: Graham ha twittato che l'ultima policy di Twitter rappresenta "l'ultima goccia", sottolineando che le nuove regole che vietano la promozione di altre piattaforme concorrenti lo hanno portato a "rinunciare" a Twitter e annunciando a i suoi follower che d'ora in poi lo avrebbero trovato su Mastodon. Nelle stesse ore, altri imprenditori hi-tech hanno affermato di aver "chiuso" con Twitter. Ben McKenzie, attore e noto scettico delle criptovalute, ha annunciato che si sarebbe preso una pausa dalla piattaforma: "Questo sito non è così divertente come una volta".

Altri utenti hanno accusato Musk di comportarsi "come un dittatore".

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