Cronaca internazionale

Droga e sostanze proibite, tra genio e tabù

Mentre il governo italiano conferma l'intenzione di mantenere il pugno duro con le sostanze "stupefacenti", dall'altra parte dell'oceano i big della Silicon Valley ammettono di fare uso di droghe. Tra loro spicca Elon Musk, visionario e uomo più ricco del mondo ben accolto dalla premier Meloni.

Droga e sostanze proibite, tra genio e tabù

Tanto più alta è l'arte, tanto più bassa è la morale”, chiosava meno di un secolo fa Aldous Huxley, filosofo e scrittore britannico che anticipò di molto, attraverso immaginazione e previsione, l’irrompere nella quotidiana realtà di un Nuovo Mondo. Egli, è notorio, era solito consumare Lsd. Al secolo dietilammide dell'acido lisergico, sostanza psichedelica sintetizzata per uso medico da Albert Hoffmann negli anni ’30. Huxley la assumeva e rifletteva, viaggiando tra le sinapsi, traendo spunti importanti per i suoi romanzi essenziali nella cultura occidentale. Lo stesso faceva Hoffman, membro del comitato del Nobel e dell’Accademia delle Scienze, avvezzo a scambiare opinioni riguardo gli effetti sortiti dai viaggi mentali con il suo amico di pennino Ernest Jünger: futuro consumatore della sostanza proibita, ma più noto alle cronache per essere stato eroe di guerra Nelle tempeste d'acciaio, gotha della letteratura mitteleuropea e irraggiungibile teorico della ribellione interiore.

Ebbene a quanto pare - almeno a questo livello di pensatori e pionieri - le cose non sono affatto cambiate. Anzi, una recente inchiesta condotta dal Wall Street Journal, ripresa da Forbes, dal Times, e da ogni testata autorevole del mondo, ha posto particolare attenzione sull’uso di droghe tra i big della Silicon Valley: i grandi cervelli che stanno plasmando parte del nostro futuro.

Cervelli in "trip"

Elon Musk, chiacchierato patron di Twitter e Tesla e pioniere spaziale con la sua agenzia SpaceX, assume microdosi di ketamina, e rivolgendosi recentemente al mondo dei social, ha affermato - lasciandoci supporre che ne conosca gli effetti - che a un visore Apple da 3.500 dollari, andrebbero preferiti 20 dollari di funghi allucinogeni per "aumentare" la realtà. Non esattamente il suggerimento che accoglie il plauso del politicamente corretto osannato su Facebook e dal suo prossimo avversario sul ring Mark Zuckerberg; che con Meta ha investito parecchio sulla realtà aumentata, en passant.

L'uomo più ricco del mondo ha dichiarato che l'uso di ketamina per quanto lo riguarda è strettamente collegato al suo modo di "curare la depressione", e che "ne usa dosi più elevate in occasione di eventi pubblici". La ketamina, considerata un farmaco inadatto a curare questa patologia dalla Food and Drug Administration, viene abitualmente impiegata come anestetico per animali ma può produrre allucinazioni o distorsioni della realtà. Associabili, per quanto non accomunabili, a quelle di un mini-trip.

Il cofondatore di Google Sergey Brin, invece, assume funghi allucinogeni per mezzo dall’inebriante psilocibina che contengono. E la lista dei ceo, dei programmatori, dei proprietari di start-up potrebbe proseguire, ricordando che lo stesso Steve Jobs, cofondatore di Apple, considerato uno maggiori innovatori nel campo high-tech, ha fatto uso frequente di Lsd tra il 1972 e il 1974, e come anche Spencer Shulem, Ceo della startup BuildBetter.ai, abbia dichiarato di assumere l’acido lisergico "ogni tre mesi per aumentare la concentrazione e pensare in modo più creativo” dal momento che “..le grandi aziende spesso non cerchino persona normali o un'azienda normale. Vogliono qualcosa di straordinario. E straordinari non si nasce”.

Una tendenza in rialzo

A giudicare da quanto riportato dal Journal e da altre inchieste, l’uso di sostanze psichedeliche sembra essere estremamente diffuso nella Silicon Valleym dove i cervelli che mandano avanti i colossi dell’high-tech e attraverso le loro invenzioni il nostro nuovo modo di vivere e accedere al mondo nuovo. Lo confermano le testimonianze rilasciate da dipendenti e collaboratori delle ristretta cerchia dei Ceo, hanno ad esempio rivelato l’esistenza di uno spacciatore rispondente al soprannome di “Costco” (come la catena di ipermercati americana, ndr), citato come il referente prediletto nell’area di San Francisco per reperire sostanze che possono essere impiegate sul lavoro, come incentivo dell’intelletto, o in certi party ristretti, dove viene addirittura richiesta la firma su un accordo di riservatezza riguardo usi e consumi dei presenti per partecipare.

Festini a parte ciò che sembra preoccupare maggiormente rispetto lo sdoganamento delle sostanze allucinogene che sembrano quasi essere entrate nella cultura aziendale della Silicon Valley - sostanze che sono, tanto per ricordarlo, in larghissima parte proibite dalla legge anche negli Stati Uniti - è l'aumento di richiesta da parte degli investitori che vedono in questo tipo di sostanze un possibile “futuro”. Non solo per l'uso che se ne potrebbe fare all'interno delle aziende - sembra siano oggetto di "test" su alcuni impiegati (e quasi torna alla mente MK-ultra e le sperimentazioni in campo militare, ndr) - ma anche per un nuovo settore di investimento.

Prospettive per miliardi di dollari

Secondo quanto riportato infatti, gli investitori starebbero capitalizzando considerevolmente quelle società che "cercano di mettere a punto terapie con allucinogeni". La società di ricerche BrandEssence, menzionata dall'inchiesta del Journal e da ricitata da Forbes, prevede che: "il mercato delle sostanze allucinogene - di cui fanno parte anche aziende impegnate nella ricerca e nella sperimentazione per legalizzarne l'uso - entro il 2029 raggiungerà gli 11,8 miliardi di dollari rispetto ai 4,9 del 2022".

Tra di esse compare anche Founders Fund, che possiede una quota di partecipazione azionaria in Compass Pathways, società che fa ricerca per mettere a punto la psilocibina commerciale, sostanza che inebriante contenuta nei funghi allucinogeni succitati. Sembra infatti che il suo cofondatore Peter Thiel abbia investito parte dei suoi "capitali" personali in Atai Life Sciences, entità impegnata a condurre studi sulle sostanze allucinogene come risorsa per curare o attenuare problemi di salute mentale.

Una portavoce di Founders Fund ha dichiarato che: "la ricerca dimostra che gli allucinogeni possono fornire significativi vantaggi sul piano della salute mentale, e noi sosteniamo gli sforzi del settore pubblico e del privato per metterli a punto in modo sicuro e renderli disponibili legalmente". Una prospettiva che in Italia sembra appartenere al sfera della fantascienza, non futuribile come quella predetta da Huxley nei suoi romanzi, ma visionaria. Più vicina a quella scritta da Giulio Verne.

Tra Musk e il nuovo "No" alla Cannabis

Proprio nelle scorse settimane la premier Giorgia Meloni ha ricevuto a Roma il miliardario Elon Musk, sottolineando la stima che nutre per il giovane sudafricano con passaporto canadese che ha conquistato la finanza mondiale con le sue idee innovative e con il suo carisma. Dichiarando:" Ho accolto con grande piacere oggi a Palazzo Chigi Elon Musk. Un incontro molto proficuo e un momento di grande cordialità". L'incontro, messo in discussione dal puntuale coro dei detrattori per tutte le occasioni, è andato a vertere su temi importanti quanto delicati, come gli investimenti futuri, le prospettive comuni e lo scambio di opinioni riguardanti l'avvento dell'Intelligenza Artificiale.

Appena una settimana dopo, durante un discorso tenuto per il convegno della Giornata mondiale contro le droghe alla Camera, la presidente Meloni ha assistito alle contestaziona polemica sollevata dal segretario di +Europa Riccardo Magi, che, come rappresentante della posizioni promosse dai radicali e da una parte della sinistra di "aprire" alla liberalizzazione delle droghe considerate "leggere", ha manifestato un pensiero di opposizione alla linea del governo con un cartello dedicato alla Cannabis. "Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno", ha tagliato corto la presidente del Consiglio. Aggiungendo che: "Fanno male tutte, senza distinzioni" e ricordando come"chi dice una cosa diversa dice una menzogna". Lasciandoci delineare un paradosso dai limiti sfocati, in una concretezza enigmatica.

Chissà cosa si direbbero il nostro primo ministro e il pioniere Musk se sedessero a tavola e parlassero dei trip sotto l'Lsd fatti da un ispiratore della destra giovanile di questo secolo - Fratelli d'Italia compresi - come Jünger; che pure riferendosi all'hashish finiva col dire: "Conduce a uno stato molto piacevole, ma spesso anche maniacale, ovvero alla tirannia orientale".

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