
Gli Stati Uniti hanno recentemente deciso di limitare l'esportazione di tecnologia aerospaziale verso la Cina. L'ultima mossa di Donald Trump non è affatto casuale. Al contrario è frutto di anni di crescente preoccupazione da parte di Washington in merito al ruolo delle aziende statunitensi nell'aiutare Pechino a costruire un concorrente temibile della Boeing: la Commercial Aircraft Corporation of China (COMAC). La Casa Bianca ha dunque bloccato l'export, tra gli altri prodotti, di motori a reazione e semiconduttori specifici, il tutto in risposta alle restrizioni imposte dalla Cina alle esportazioni di minerali essenziali verso gli Stati Uniti. Nel mirino di Trump, dunque, troviamo la COMAC e il suo gioiello: l'aereo C919.
La mossa di Trump contro l'aereo cinese
Come ha spiegato il New York Times, il Dipartimento del Commercio Usa ha sospeso alcune licenze che consentivano alle aziende nazionali di vendere prodotti e tecnologie alla COMAC. Tecnologie che il colosso cinese avrebbe potuto utilizzare per migliorare il suo aereo C919. Breve sintesi per ottenere un contesto più chiaro: nel 2008 Pechino ha fondato la Commercial Aircraft Corporation of China con l'obiettivo di mettere in servizio un aereo commerciale a corridoio singolo entro il 2016.
Lo sviluppo dell'aereo è stato lento. L'azienda, che occupa una vasta area di hangar di nuova costruzione e studi di progettazione a Shanghai, ha subito ritardi nonostante l'ampio supporto di aziende americane ed europee. Il suo aereo, il C919 appunto, non è entrato in servizio commerciale fino al 2023. Le dimensioni di questo aereo sono paragonabili a q uelle del Boeing 737 o dell'Airbus A320.
Molti componenti, compresi i motori e i componenti necessari per alimentare e controllare il velivolo, provengono da fornitori statunitensi ed europei. Certo, la Cina è ben lontana dal produrre aerei sufficienti a soddisfare il proprio fabbisogno e, presumibilmente, continuerà a dipendere da Boeing e Airbus per molti anni a venire. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare grazie proprio alla COMAC e al C919.
Pechino punta sul C919
Pechino è molto orgogliosa del C919. I media statali descrivono l'aereo come uno dei "pilastri di una grande potenza" del Paese, dotato di "tecnologia che contribuisce allo sviluppo dell'aviazione civile e all'integrazione tra aviazione militare e civile". Il C919 è anche il simbolo di un'epoca precedente nelle relazioni sino-americane. Quando, infatti, Pechino istituì la COMAC, aziende americane ed europee si affrettarono a stringere partnership per aiutarla a costruire il C919.
La situazione è adesso radicalmente cambiata. Washington sostiene che le joint venture della COMAC facilitino il furto di segreti industriali e minino la sicurezza nazionale americana. "Quasi l'intera composizione del C919 è tecnologia rubata a numerose industrie aeronautiche e tecnologiche di tutto il mondo", ha affermato William R. Evanina, ex direttore del Centro Nazionale di Controspionaggio e Sicurezza degli Stati Uniti.
Pare che almeno il 40% del C919 sia prodotto da aziende statunitensi e di altri Paesi
occidentali. L'amministrazione Trump non ha ancora reso noti i dettagli dei nuovi limiti alle esportazioni di tecnologie aerospaziali americane ma dovrebbero essere stati presi per affossare quasi sul nascese l'aereo del Dragone.