Cronaca locale

Due visite all'ambulatorio di Lampedusa: donna incinta di 8 mesi perde il bimbo

L'elisoccorso decolla dopo troppo tempo dall'allarme, a causa del protocollo in vigore: il bimbo arriva a Palermo quando è oramai troppo tardi

Due visite all'ambulatorio di Lampedusa: donna incinta di 8 mesi perde il bimbo

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Ennesimo dramma a Lampedusa, dove una donna ha perso il bambino che portava in grembo da 8 mesi, dopo essere stata rassicurata al Poliambulatorio locale. Una situazione su cui il marito vuole vedere chiaro: come annunciato, infatti, l'uomo aspetta di avere a disposizione le cartelle cliniche per poter procedere a una denuncia formale. A rendere ancora più tragica la vicenda, il fatto che da gennaio 2023 ci sono stati altri tre casi analoghi nella maggiore delle isole Pelagie.

Tutto ha avuto inizio durante la mattinata di ieri, martedì 18 luglio, quando la trentenne si è recata per la prima volta al Poliambulatorio locale: sono all'incirca le ore 9. Il personale medico di turno la rassicura: tutto è a posto e il bimbo sta bene. La ragazza, che è anche consigliere comunale, fa ritorno nella medesima struttura sanitaria circa un'ora e mezza dopo. Il quadro clinico pare completamente diverso rispetto al precedente esito: i battiti cardiaci del piccolo sono troppo lenti.

A questo punto si attiva la macchina dei soccorsi, anche se i tempi si allungano più del dovuto, data la gravità della situazione: l'elisoccorso del 118 si alza in volo solo alle ore 13:00, quando oramai, presumibilmente, era troppo tardi. Giunta all'ospedale Civico di Palermo, la giovane viene assistita dal personale medico, ma per il bimbo non c'è più nulla da fare. Ancora una volta, quindi, a Lampedusa si deve registrare una tragedia del genere, la terza dall'inizio del 2023. Una situazione inaccettabile per Francesco, padre del bambino deceduto ancor prima di venire al mondo, che ora attende di poter acquisire come prova le cartelle cliniche della moglie prima di adire le vie legali.

"Non ci devono essere altri Giacomo, Fortunato e Alessandro che non sono riusciti a nascere", dichiara l'uomo all'Ansa."Se mia moglie fosse stata trasferita subito dopo il primo accesso al Poliambulatorio, forse mio figlio ci sarebbe ancora", considera. L'iter seguito per poter concedere all'elisoccorso di decollare dall'Isola costituisce spesso e volentieri un grosso limite alla tempestività dei trasferimenti in strutture ospedaliere più attrezzate. "Per i soccorsi dell'elicottero del 118, il protocollo prevede che si debba attendere, nel caso in cui stiano arrivando migranti, se ci sono feriti, malati o partorienti", aggiunge il marito della donna. "Non è possibile che non vi siano attrezzature adeguate, e questo vale sia per i lampedusani che per i tanti migranti che sbarcano sulla nostra isola.

Lampedusa è una realtà dove, in proporzione al numero di abitanti, ci sono più concepimenti che altrove", conclude l'uomo, "solo che a Lampedusa non si nasce, lo si fa ad Agrigento o a Palermo".

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