Cronaca locale

"So' artista da vent'anni". Imbratta il vagone e deride il capotreno

Ennesimo episodio di vandalismo sui un treno italiano, stavolta sulla tratta da Civitavecchia a Roma: "Devo chiamà l'avvocato mio?"

"So' artista da vent'anni". Imbratta il treno e deride il capotreno

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"So' artista da vent'anni". Imbratta il treno e deride il capotreno

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Ennesimo episodio di degrado su un treno italiano, stavolta per mano di una donna italiana che è stata colta in flagranza dal capotreno mentre imbrattava il soffitto del convoglio dei pendolari da Civitavecchia a Roma. La donna, davanti agli attoniti passeggeri, si è arrampicata sui sedili e con un pennarello ha iniziato a tracciare linee sulla lamiera che compone la parte superiore del convoglio, finché non è arrivato il funzionario delle Ferrovie dello Stato a interrompere la sua attività.

"Dai, ognuno fa il lavoro suo. So artista da 20 anni. Eddai, fai finta che non mi hai visto. Devo chiamà l'avvocato mio?", ha protestato col capotreno che, come da protocollo, l'ha invitata a seguirlo nel vagone di testa per svolgere gli accertamenti del caso. Immancabile la ripresa del momento e la condivisione sul gruppo Welcome to Favelas, da anni profilo in cui si raccolgono le stramberie italiche più eclatanti. Se chi vive a Roma può pensare che si tratti davvero di un'artista o, comunque, di una persona che con quel gesto tentava di fare un gesto dimostrativo o qualcosa del genere, basta leggere i commenti per rendersi conto che, in realtà, la verità è ben diversa e trova la sua affermazione nelle pieghe del degrado che Roma vive ormai da anni.

"Questa [...] l'abbiamo beccata ieri sera. Si è messa a fumare dentro e stava assieme a un'altra [...] e a uno che andava in giro senza scarpe", scrive un utente della pagina, che poi aggiunge dettagli: "Urlava e sbraitava, fumava all'interno del vagone, parlava a vanvera, la gente la scansava e si allontanava, imbrattava le pareti. Il controllore la chiamava più volte e lei rispondeva male, sballottava quando camminava". In tanti nei commenti contestano l'utilizzo della parola artista da parte della donna, che secondo qualcuno è in "evidente stato di alterazione". Tanti propongono una multa salata per lei e l'esecuzione di lavori socialmente utili, magari proprio a bordo di quei treni che lei contribuisce a imbrattare. Ma poi arriva qualcuno più realista che chiosa: "Tanto siamo in Italia, non le succederà niente".

Intanto, le spese di pulizia per quel treno ricadono sui contribuenti onesti e quelli come lei, continuano a sentirsi liberi di trasgredite in nome di una inesistente, ma millantata, arte.

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