Cronaca locale

La preside "antimafia" dello Zen fa scena muta davanti al Gip

I carabinieri, durante la perquisizione, hanno scoperto che venivano somministrati cibi scaduti ai piccoli studenti dello Zen

La preside "antimafia" dello Zen fa scena muta davanti al Gip

Daniele Lo Verde, ormai ex dirigente scolastica dell'Istituto Giovanni Falcone del quartiere Zen di Palermo, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia. È stata arrestata nei giorni scorsi per corruzione e peculato. Scena muta insomma, maanche degli altri due coindagati, il vicepreside Daniele Agosta e Alessandra Conigliaro, la dipendente di un negozio di informatica che avrebbe gestito in esclusiva le forniture di apparecchi elettronici della scuola Falcone dello Zen, in cui lavorava la preside. Sono tutti e tre agli arresti domiciliari. "Ha intenzione di confrontarsi con i pm", ha detto l'avvocato Antonino Reina, legale della preside antimafia finita ai domiciliari. "Ci riserviamo entro la scadenza dei termini, prevista per il 2 maggio di ricorrere eventualmente al Riesame. Oggi di fronte alla grande mole di carte e dell'indagine i miei clienti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma certamente la preside ha intenzione di confrontarsi con i pubblici ministeri".

L'impegno allo Zen


La Lo Verde era molto conosciuta in città per il suo costante impegno nel quartiere dello Zen, tanto che durante il periodo Covid era stata insignita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella del titolo di Cavaliere del Lavoro. Progettti per la scuola, impegni per il recupero del quartiere, ma anche raccolte fondi, crowfouning dopo i vandalismi alla scuola. Anche se adesso bisognerà ricostruire anche i vari atti di vandalismo che in passato avevano portato all'acquisto tramite fondi europei. Secondo le indagini dei carabinieri la dirigente scolastica si sarebbe appropriata di cibo per la mensa dell'istituto scolastico, computer, tablet e Iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. Emerge dall'inchiesta dei carabinieri. "Che è un nuovo Mac?", chiedeva la figlia alla donna. "Sì ora ce lo portiamo a casa", rispondeva la madre. "Anche in questo caso, così come gia evidenziato in relazione agli iPad, - si legge nella misura cautelare - la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac".

La rete di protezione


Poteva contare su una rete di complici all'interno della scuola. Oltre al cibo per la mensa de bambini la preside della scuola Falcone dello Zen di Palermo, arrestata per corruzione, si sarebbe appropriata anche di salviette e mascherine destinate agli alunni durante il Covid. L'hanno accertato i carabinieri grazie alle intercettazioni. "C'erano delle salviettine in qualcuna di questi - diceva non sapendo di essere ascoltata - .. non so se mia mamma ce l'ha .. che cos'altro le puo servire? ... questi sono .. disinfettanti? ... me Ii porto io". Secondo gli inquirenti sarebbe evidente inoltre la premeditazione nella condotta della Lo Verde. Premeditazione - si legge nella misura cautelare - inconsapevolmente confermata proprio dalla dirigente nel momento in cui su richiesta della figlia, le diceva di inserire tra le provviste da portare a casa anche la birra".

In mensa trovato cibo scaduto


Il cibo della mensa scolastica passava prima per il frigo della preside che decideva cosa dare agli alunni. Il resto se lo portava a casa. E accadeva che gli alimenti, tenuti mesi nella stanza della dirigente andassero a male. Una eventualità poco rilevante visto che le docenti, alcune complici della preside, cancellavano la scadenza e li propinavano lo stesso ai ragazzi durante la somministrazione dei cibi.

Il maxi schermo da 65 pollici


Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla Sezione EPPO del Nucleo Investigativo di Palermo, è stato possibile ricostruire la fitta rete di corruzione e peculato perpretato per tanto tempo. I militari nelle perqusizioni, presso le abitazioni degli indagati, hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro diversi dispositivi elettronici quali computer portatili, smartphone, tablet, giochi da tavolo per bambini ancora confezionati e che dovevano essere utili alla causa della scuola.

Trovata anche una cassa audio, una stampante, uno scanner, nonché un maxi televisore da 65 pollici.

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