Cronaca locale

"Se sei donna non sei più libera". Ragazza aggredita e palpeggiata a Milano

Stephanie sabato sera voleva solo trascorrere qualche ora di divertimento a Porta Venezia ma è stata palpeggiata e aggredita da un branco di pakistani: "Le forze dell'ordine hanno le mani legate"

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A Milano, le ragazze hanno iniziato a cambiare il loro modo di vestire e non per seguire le ultime mode ma per proteggersi dai malintenzionati. La libertà per la quale hanno combattuto le femministe del passato, quella che per lunghi anni ha permesso alle donne di indossare liberamente quello che desideravano si sta assottigliando a causa dell'elevatissima presenza sul territorio italiano di personaggi, la maggior parte delle volte irregolari, che si sentono in diritto di delinquere perché consapevoli delle maglie larghe della giustizia italiana. Soggetti che provengono da una cultura secondo la quale il corpo delle donne è di loro dominio senza consenso, che non vengono integrati e contro i quali, proprio a causa delle storture della giustizia, anche le forze dell'ordine possono poco.

E così le donne sono costrette a indossare abiti larghi per coprire le loro forme, per non sentirsi in qualche modo complici in caso di molestie. Una pratica che si sta diffondendo a macchia d'olio in Europa e che deve, o dovrebbe destare preoccupazione, perché indice di una società che sta andando nella direzione sbagliata. "Io mi sono messa dei pantaloni larghi. So che non c'entra niente ma mi sentivo più a sicuro con quel tipo di vestito lì", dice Stephanie, una ragazza molestata da un branco di pakistani nella notte tra sabato e domenica nella zona di Porta Venezia.

La sua testimonianza è stata raccolta dalla pagina Instagram Milano bella da Dio, che da anni si occupa di denunciare l'illegalità del capoluogo lombardo e riesce ad arrivare laddove non arrivano le istituzioni. O meglio, ad accendere il faro che l'attuale classe politica dirigente di Milano vorrebbe tenere spento su circostanze come queste. Stephanie ha deciso di partecipare a una delle tante serate di Porta Venezia, una delle zone più attive della movida, che nel mese del Pride ha in programma eventi per un mese. La ragazza è stata palpeggiata nelle parti intime. Lei ha urlato e si è dimenata, riuscendo a colpire con il gomito il suo aggressore, mentre il branco continuava a deriderla. Pensava di essere riuscita a liberarsi ma poco dopo quello stesso uomo le ha lanciato contro una bottiglia di vetro che le ha spaccato un dente e rotto il labbro inferiore.

I carabinieri che hanno raccolto la sua denuncia, come spiega Stephanie, le hanno detto che "sono soggetti noti, che la situazione la conoscono già ma hanno le mani legate per colpa della legislazione, che in questo Paese è abominevole da questo punto di vista. Ancora oggi risultano a piede libero, pronti per molestare e aggredire la prossima ragazza". La consapevolezza che le forze dell'ordine non possano intervenire per assicurare i criminali alla giustizia, tutela loro e mette i cittadini per bene in una condizione di profondo pericolo. "Il problema è che sei donna e non hai più il diritto di andare in giro liberamente", spiega Stephanie.

Una sensazione che le donne, quando camminano a Milano, conoscono fin troppo bene.

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