Cronaca locale

Il sindaco Sala prima inaugura il parco e poi lo abbandona a se stesso

Il Parco 8 marzo, dedicato alle donne, è stato inaugurato dal sindaco Giuseppe Sala sei mesi fa. Oggi è in gran parte brullo e gli alberi sono visibilmente assetati

Il sindaco Sala prima inaugura il parco e poi lo abbandona a se stesso

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Quello che avrebbe dovuto essere un fiore all'occhiello di Milano si sta trasformando in un luogo abbandonato. Stiamo parlando del "Parco 8 marzo", inaugurato dal sindaco Giuseppe Sala proprio il giorno della festa della donna, a cui è dedicato. Ma sono tanti i cittadini che segnalano la sua mancata cura e abbandono. E l'amarezza è tanta.

Doveva essere un fiore all'occhiello per Milano

Il parco in questione è parte dell'area verde che dal Parco Formentano in largo Marinai d’Italia si estende fino a viale Mugello e oltre, comprendente anche la zona dove verrà realizzata la nuova biblioteca europea di informazione e cultura. Su una superficie complessiva di circa 28mila metri quadri, sono stati piantati 400 alberi di varie specie e quasi 2.500 rose e 4.800 arbusti da fiore. Quello che era stato presentato come un luogo pensato per offrire ai milanesi momenti di condivisione, lettura, gioco per i più piccoli, è adesso per gran parte arido e triste. Molte, troppe zone sono prive di erba e la vegetazione presente non è curata: gli alberi hanno sete e i prati sono brulli. Come se questo non bastasse, ci sono sterpaglie secche cresciute a dismisura, che non migliorano certo il paesaggio, ma che nessuno si preoccupa di tagliare e regolare. La manutenzione del verde cittadino non sembra proprio essere una delle priorità della giunta Sala, che si dice invece così ecologista.

Eppure, il primo cittadino era arrivato in pompa magna lo scorso 8 marzo a inaugurare il nuovo parco. Aveva speso tempo e parole per descrivere ai milanesi tutte le bellezze dell'area verde, dalle diverse specie di alberi e fiori, ai versi estrapolati da testi di milanesi d'eccellenza, da Alda Merini a Carlo Porta, da Antonia Pozzi e Dario Fo ad Alessandro Manzoni. Ci sono milanesi che attraversano il parco in bici o a piedi, anche se non viene certo molta voglia di passeggiare in mezzo ad arbusti secchi.

Un polmone verde che verde non è

"È un peccato lasciare un parco così bello e grande abbandonato a se stesso -dice Giovanni, pensionato di 74 anni-da quando è stato inaugurato vengo ogni mattina per leggere o anche solo per sedermi su una panchina e distrarmi un po'. All'inizio mi rilassava, ma adesso è triste e angosciante vedere tante parti brulle". Anche Carola, una giovane mamma che incontriamo al parco con sua figlia Martina, una bella bambina bionda di 4 anni, ci spiega che è triste portare i propri bimbi in un parco non curato. "L'altro giorno Marti ha indicato una rosa e guardandomi mi ha detto: "È morta".

Molti vengono in questo parco a correre e ci hanno confermato che fare jogging in un'area verde e fiorita migliora l'umore, mentre qui non succede. "Io corro un'ora prima di andare al lavoro -ha raccontato Livio che di professione è architetto- ma ultimamente non mi sto divertendo. Vedere tanti alberi assetati e smorti non mi crea certo beneficio". Mentre Livio parlava c'era Silvia, la sua fidanzata, che annuiva e rimarcava il fatto che un polmone verde in una città come Milano è necessario, ma deve essere verde, non giallo o marroncino. "Altrimenti non serve a nulla ed è solo propaganda" , ha infine sentenziato la donna. Eppure, il giorno dell'inaugurazione il sindaco Sala aveva affermato orgoglioso: "Quest’area, per anni una ferita nel territorio milanese, viene finalmente restituita alla città arricchita di un importante spazio verde, un parco su cui affaccerà un altro nuovo intervento urbano, la Biblioteca europea di informazione e cultura".

Qualcosa è forse da rivedere.

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