Cronaca locale

Tre dipendenti sono incinte e il padre sarebbe lui: imprenditore fa il test del Dna

Un uomo della provincia di Frosinone avrebbe messo incinta tre sue collaboratrici in 10 mesi. Una delle donne lo ha denunciato per avere il pagamento degli alimenti del bambino. Lui ha accettato di sottoporsi all'esame del dna

Tre dipendenti sono incinte e il padre sarebbe lui: imprenditore fa il test del Dna

Tre figli con tre diverse dipendenti nel giro di 10 mesi. Ora un imprenditore della provincia di Frosinone si sottoporrà al test del dna per stabilire se davvero è il padre dei bambini.

La denuncia di una ex dipendente che vuole gli alimenti

Tre diverse storie sentimentali in meno di un anno, con donne che lavorano per lui. E tutte e tre aspetterebbero un figlio da lui. La vicenda nasce all’interno di una azienda che si occupa di servizi di trasporto per infermi e che lavora con l’azienda sanitaria locale e con diverse strutture private. Con la prima dipendente la relazione inizia oltre un anno fa. La giovane rimane incinta e inizialmente le cose sembrano funzionare. Poi però qualcosa si intoppa e l’uomo diventa sempre più rigido fino a interrompere la relazione con la ragazza. La storia emerge pubblicamente dopo che la dipendente ha citato in giudizio l’imprenditore chiedendo il pagamento degli alimenti e di altre spese per il figlio. L’uomo in un primo momento aveva dato soldi alla donna, poi si è rifiutato. L’imprenditore, come spiega il Corriere della Sera, si sottoporrà al test del dna per stabilire se è davvero lui il padre. Un’altra donna, a questo punto, denuncia di essere rimasta incinta dell’imprenditore e addirittura presenta una denuncia per stalking nei confronti dell’uomo. La terza donna incinta, invece, è l’attuale compagna dell’uomo, anche lei sua dipendente. Ma i due, in questo caso, fanno davvero coppia.

L’avvocato: “Farà il test del dna, il resto sono illazioni”

L’avvocato difensore dell’imprenditore, Francesca Mazzenga, ha scritto una lettera alla prima ragazza confermando la volontà del suo assistito di sottoporsi all’esame del dna. “Ovviamente all’eventuale esito positivo degli esami genetici il mio assistito non si sottrarrà ai suoi doveri ma, allo stesso tempo, non indugerà a richiedere la restituzione delle somme sinora versate ove gli esami genetici non riconoscano la sua paternità. Ma va precisato che non c’è mai stata convivenza tra i due. E il bimbo (qualora fosse appurata la paternità) è il frutto di un semplice rapporto occasionale”.

E la donna che denuncia di essere stata messa incinta dall’uomo e un presunto stalking? “Devo presumere che siano solo illazioni messe in giro per screditare il mio assistito che non si è mai reso protagonista di comportamenti violenti”.

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