Cronaca nera

Il docente punito: ormai dagli Usa importiamo il peggio

La "lettera aperta" indirizzata ai suoi studenti dal professor Luigi Marco Bassani, che ha lasciato l'università statale di Milano per entrare in Unipegaso, obbliga a sviluppare alcune considerazioni

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La «lettera aperta» indirizzata ai suoi studenti dal professor Luigi Marco Bassani (nella foto), che ha lasciato l'università statale di Milano per entrare in Unipegaso (università privata e online), obbliga a sviluppare alcune considerazioni.

Nel congedarsi dall'ateneo milanese Bassani ha ricordato l'assurdo processo intentatogli da un'accademia legato a filo doppio al Pd e alla cultura progressista. Egli fu infatti accusato di «sessismo» per avere condiviso una vignetta che ironizzava sulle vicende personali dell'attuale vice-presidentessa degli Stati Uniti, Kamala Harris, di cui fu ricordato che all'età di 29 anni era stata l'amante del sindaco di San Francisco, che di anni ne aveva 60. I fatti sono ben noti a quanti hanno dimestichezza con la politica statunitense. Per giunta, Bassani non è soltanto uno studioso della cultura americana: egli è pure cittadino statunitense e quelle vicende riguardano il suo Paese.

È sicuramente una follia che uno studioso si veda sottratto un mese di stipendio e finisca vittima della gogna mediatica in quanto ha condiviso un meme, ma questa deriva riguarda larga parte del mondo universitario. Pochi giorni fa uno studente della Bocconi e attivista del Pd ha denunciato tre compagni di studi che avevano criticato la scelta dell'università di adottare bagni gender free (per maschi e femmine). Gli studenti sono stati sospesi per sei mesi, in ossequio ai dogmi del politicamente corretto.

In fondo, stiamo importando dagli Stati Uniti il peggio. Oltre Oceano la situazione è talmente grave che sta diventando davvero prezioso quanto fa una fondazione che si chiama Fire (Foundation for Individual Rights and Expression), la quale da anni elabora pure una classifica delle università in cui la libertà di parola è più rispettata. L'ultimo ranking ha preso in esame 248 atenei e all'ultimo posto c'è proprio Harvard, ossia forse la più prestigiosa università di tutto il mondo. Il marcio che avanza, insomma, non riguarda piccoli e sconosciuti college.

Come Bassani ha ricordato nella sua lettera, le stesse scienze esatte non sono indenni da questa nuova censura, se si considera quanto un giovane ricercatore abbia difficoltà in tema di riscaldamento globale a sviluppare studi che prendano le mosse dalle tesi di scienziati come Paolo Prodi, Carlo Rubbia e Antonino Zichichi. I fisici citati hanno le spalle larghe e possono dire quanto pensano, ma come può fare ricerca liberamente chi ha trent'anni e nemmeno è protetto da un contratto a tempo indeterminato?

È comunque interessante il modo in cui la vicenda di Bassani s'è conclusa. Egli ha potuto abbandonare il clima irrespirabile della sua università e continuare a operare in un ateneo (insegnando e studiando) grazie al fatto che, oltre alle università statali in presenza, c'è ora la possibilità di lavorare in atenei privati online che non hanno verso i dogmi del nostro tempo la stessa deferenza che quanti amministrano la Bocconi hanno mostrato nella vicenda ricordata.

Si tratta di imprese emerse sul mercato, che vivono in un clima di concorrenza e stanno crescendo a vista d'occhio.

Si tratta indubbiamente di un dato che fa ben sperare per il futuro.

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