Cronaca nera

Napoli, ucciso per un parcheggio: il 16enne fermato ha confessato

L’omicidio compiuto per futili motivi. Il minore incastrato dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. La ferma condanna del sindaco di Napoli

Napoli, ucciso in piazza Municipio: il 16enne fermato ha confessato

Svolta nel caso dell’omicidio di Giovambattista Cutolo, il 24enne musicista membro dell'orchestra Scarlatti Camera Young nella quale suonava il corno, ucciso all’alba di oggi, 31 agosto, a piazza Municipio, nel cuore di Napoli. In mattinata era stato rintracciato un 16enne dei Quartieri Spagnoli ritenuto essere fortemente sospettato del delitto. Durante l'interrogatorio cui è stato sottoposto dagli agenti della Squadra mobile, il minore ha ammesso le sue responsabilità. Il giovane, che ha precedenti per tentato omicidio e truffa, ora dovrà rispondere di omicidio aggravato, porto abusivo di arma da sparo e ricettazione.

La vittima era figlio di Franco Cutolo, regista teatrale e fondatore della Compagnia Li Febi Armonici. Il 24enne è stato raggiunto da più colpi d'arma da fuoco mentre si trovava all'esterno di un pub di piazza Municipio dopo una lite degenerata per motivi di parcheggio di uno scooter. Secondo quanto si apprende intorno alle 5 di questa mattina alla polizia era giunta la segnalazione di un uomo a terra nei pressi di piazza Municipio. La richiesta di aiuto era stata lanciata dalla fidanzata del musicista che si trovava con lui al momento della violenza.

Sul posto indicato era subito arrivata una volante dalla Questura situata nella vicina via Medina. All’arrivo delle forze dell’ordine il giovane era, purtroppo, già morto. Immediatamente sono scattate le indagini per risalire al responsabile. Gli inquirenti hanno acquisito i filmati delle numerose telecamere di sorveglianza installate nella zona. Proprio questi elementi e la testimonianza della fidanzata della vittima sarebbero stati fondamentali per risalire all’identità di chi aveva aperto il fuoco. La dinamica dell'accaduto è al vaglio della Squadra mobile di Napoli, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini. Il decreto di fermo eseguito dalla polizia è stato emesso dalla Procura per i minorenni di Napoli.

Le reazioni

"È stata una lite che mostra una violenza non dico irrazionale ma inaccettabile. L'omicida era armato e faceva parte di una banda di rapinatori. Abbiamo dei criminali che indipendentemente dall'età devono essere trattati da tali". È questo il commento del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in merito all'omicidio di Giovanbattista Cutolo. "Ho sempre sostenuto- ha proseguito- che l'emergenza educativa sia il vero tema. In questo caso l'omicida non era solo un ragazzino, ma un criminale, cioè faceva parte di una banda di rapinatori".

Manfredi ha evidenziato anche che "l'uso eccessivo delle armi, la violenza spesso cieca, deriva da un lato dalla disgregazione del tessuto familiare e sociale con dei modelli che sono non validi, dall'altro dalla necessità di avere maggiore impegno sulla scuola". Un concetto che il primo cittadino ha espresso anche al ministro Valditara, "spiegando che abbiamo bisogno di più tempo pieno, perché soprattutto nel periodo delle elementari e delle medie abbiamo necessità di una presenza educativa più forte ovunque".

Sulla drammatica vicenda è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: "Un dolore che lascia senza fiato per una giovane vita spezzata barbaramente per futili motivi. Il sogno di Giovanbattista Cutolo, talentuoso cornista dell'Orchestra Scarlatti Young di Napoli, è stato infranto dall'ennesimo episodio di criminalità a poche ore dal ferimento di un quindicenne a Ponticelli per una banale lite tra coetanei". Il ministro ha spiegato che bisogna creare le condizioni “partendo dalla scuola, dal dialogo in famiglia e dal ruolo fondamentale di educatori dei genitori per ribaltare la cultura del sopruso e dell'uso della violenza tra coetanei anche nei piccoli gesti di vita quotidiana". "È assurdo- ha concluso- che una vita venga stroncata in un modo così orribile. È brutale e inaccettabile. Le mie più sincere condoglianze ai familiari e agli amici di Giovanbattista Cutolo, un giovane che coltivava l'arte nobile della musica".

Commosso il ricordo di Beatrice Venezi, direttrice della Nuova Orchestra Scarlatti, che su Facebook ha scritto: "Era un cornista di talento, lo sguardo limpido e sincero, appassionato e amoroso nei confronti del suo strumento, del vivere in orchestra, del fare parte di una comunità come quella della Scarlatti. Era un ragazzo sempre sorridente, educato e rispettoso nei confronti di tutti, del suo lavoro, della musica stessa". La Venezi ha spiegato di non poter credere "a quello che è successo, non posso credere né tantomeno accettare che la nostra società precipiti ogni giorno sempre più nel degrado e nella barbarie, nel vuoto di doti morali e intellettuali, un vortice centripeto annichilente in cui non si conosce più nemmeno il valore sacro della vita". "Cosa siamo diventati? Animali?", si è chiesta la direttrice d’orchestra che ha evidenziato che si tratta di retorica in quanto "gli animali non uccidono per crudeltà, ma solo per necessità. Siamo feccia. Dove sono finite la solidarietà, l'empatia, il senso di comunità che contraddistingueva la nostra società italiana? Siamo l'ombra di noi stessi, zombies che vivono solo nella notte dell'umanità. Corpi vuoti senza anima". "Come artisti - ha scritto ancora la Venezi - ci mettiamo in gioco ogni giorno per portare la bellezza nella vita delle persone attraverso il linguaggio sublime della musica, i più alti valori umani a cui ispirarsi, per mostrare che un'altra via è possibile; ne abbiamo fatto la nostra missione e la nostra stessa vita. Giovanbattista ne aveva fatto la sua missione e la sua vita. L'esatto opposto dell'odio e della brutalità di cui è stato vittima".

La direttrice d’orchestra ammette di credere fermamente "in questa missione, e che con la cultura e con l'amore che l'arte insegna si sarebbero potute sanare le ferite della nostra società. Per il momento mi rimangono soltanto un senso di frustrazione e di impotenza, ma anche rabbia, tanta, e un senso di giustizia che adesso vuole essere soddisfatto".

Il lungo post si chiude con un pensiero affettuoso alla famiglia della vittima: "Mi stringo nel dolore alla famiglia di Giovanbattista, certa che la musica degli angeli lo accompagni da adesso in avanti".

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