Cronaca nera

Strage di Casteldaccia, un sopravvissuto: "Ho sentito gridare aiuto e sono sceso"

I sopravvissuti alla strage dovranno spiegare perché il titolare è sceso nella vasca, nonostante il contratto d'appalto sottoscritto dalla ditta non lo prevedesse. Rabbia tra i colleghi per una strage che poteva essere evitata

Strage di Casteldaccia, un sopravvissuto: "Ho sentito gridare aiuto e sono sceso"

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Strage di Casteldaccia, uno degli operai sopravvissuti: "Ho sentito gridare aiuto, aiuto e sono sceso"

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Lacrime e rabbia per l'ennesima tragedia del lavoro. A Casteldaccia, in provincia di Palermo, in molti si chiedono se questa tragedia si poteva evitare. Sul luogo dell'incidente, in via Nazionale, subito dopo essersi sparsa la voce di un incidente in cui sarebbero rimasti coinvolti alcuni operai giungono i familiari delle vittime che piangono, si abbracciano e si chiedono ad alta voce "Perchè?" Alla spicciolata sono arrivati anche i colleghi, tanti si sono avvicinati al cordone di sicurezza imposto da polizia e carabinieri. Un operaio a fine turno si avvicina ai carabinieri, chiede di passare gli viene negato e allora fa il nome del collega, con un filo di voce e un groppo in gola, vuole sapere se il collega è tra le vittime. Piange a dirotto. Il carabiniere lo avvicina e gli conferma la più amara delle notizie: "Sì mi spiace, è tra le vittime".

​I sopravvisuti

Sono momenti strazianti quelli vissuti a Castldaccia, anche difficili da raccontare per chi assiste ad una tragedia, l'ennesima in ambito lavorativo. I sopravvissuti alla strage dovranno spiegare le modalità dell'intervento e perché il titolare è sceso nella vasca, nonostante il contratto d'appalto sottoscritto dalla ditta Quadrifoglio con Amap non lo prevedesse, e se era successo altre volte come sostiene qualcuno. "Ho sentito una voce che gridava 'aiuto, aiuto, 'Venite qua, venite qua, e mi sono avvicinato... Di solito è un intervento che si fa con la mascherina...", racconta Paolo Sciortino, uno dei colleghi dei cinque operai morti ieri a Casteldaccia. Sciortino si è salvato perché è stato l'ultimo a entrare nell'impianto e si è fermato in tempo. Tra le vittime il titolare: "Poteva godersi la pensione e invece... per dare lavoro a noi... - racconta -. Non era la prima volta che intervenivamo, già in altre due occasioni abbiamo lavorato lì e non c'era questa situazione, stavolta è accaduto qualcosa".

L'intervento dei Vigili del Fuoco

Tra i vigili intervenuti c'è anche l'ispettore Francesco Cruciata, con la sua squadra è stato tra i primi ad intervenire dal Comando provinciale di Palermo. "Li abbiamo trovati senza nulla. L'idrogeno solforato si sviluppa per la decomposizione di sostanze organiche, la melma in questo caso è una sostanza organica e la concentrazione è abbastanza alta per via dell'ambiente chiuso che non permette il ricircolo dell'aria. Il nostro personale si è prodigato immediatamente per recuperar i corpi degli operai. A vista abbiamo capito subito che erano morti, anche se li abbiamo affidati alle cure del personale medico che era sul posto. È una tragedia che ci ha colpito profondamente".

I colleghi di lavoro


I più colpiti dal dolore, dopo i familiari più stretti, sono i colleghi di lavoro. "Da diversi anni lavoriamo nel settore, sia per quanto riguarda le fognature che gli acquedotti. Quello effettuato a Casteldaccia, per conto dell'Amap, è una tipologia di lavoro abbastanza frequente. Rientra nella routine - racconta Alfredo Partexano, uno dei dipendenti della Quadrifoglio Group -. Ci vedevamo in azienda anche se io mi occupo di un altro settore, quello dell'amianto - aggiunge - noi compriamo regolarmente i dispositivi di sicurezza che vengono utilizzati negli interventi. Le indagini accerteranno se i colleghi li indossavano oppure no. La nostra è una ditta specializzata e la squadra intervenuta a Casteldaccia era esperta. La nostra azienda tiene molto alla sicurezza.

Mi sorprenderei se venisse accertato che non avevano i dispositivi di protezione".

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