Cronache

Addio al Kaiser della moda. E l'eredità finisce alla gatta

La morte dell'icona Karl Lagerfeld

Addio al Kaiser della moda. E l'eredità finisce alla gatta

Guimauve du Blues Daphné, per gli amici Choupette o Principessa Choupette o ancora Miss-Choupette, è nata il quindici di agosto del duemila e undici a Fontaine-sous-Preaux, comune della Senna Marittima. Pesa tre chilogrammi e mezzo ed è alta venticinque centimetri al garrese. Choupette è la gatta di Karl Lagerfeld che così amava descriverla: «Il suo pelo ha il colore della neve con qualche sfumatura caramello vicino alle orecchie e agli occhi che sono blu, anzi di un zaffiro stellare. La sua coda interminabile sembra un boa piumato». Karl Lagerfeld ha lasciato un patrimonio grandioso e una storia altrettanto maestosa nel mondo della moda e della cultura. Ma ha lasciato ai posteri questa orfanella birmana di cui si è impossessato, per improvviso amore, in un giorno di dicembre, in cui Baptiste Giabiconi, indossatore, cantante pop, di origine corsa, legato per un breve periodo a Katy Perry, gli chiese di tenere la neonata a dimora per qualche settimana, durante le feste di Natale. Quando Baptiste si ripresentò, Karl si tenne stretto al petto quel batuffolo per il quale aveva perduto la testa, forse per gelosa vendetta.

Da quel momento Choupette è diventata la micia ispiratrice di qualunque opera, idea, creazione di Lagerfeld, per qualche romantico «la sua Greta Garbo», la compagna silenziosa, addirittura le è stato aperto un conto bancario, le sono stati riservati due domestici che di lei si occupano accaventiquattro come usano dire e scrivere certuni, direi meglio giorno e notte. Choupette è stata testimonial pubblicitaria di numerosi marchi come Opel Corsa o Shu Uemura (la casa cosmetica giapponese ha creato un fard dai colori degli occhi di Choupette) garantendo al suo padrone un giro di affari di tre milioni di euro, soltanto nel duemila e quattordici: «Ma mai si offriranno il suo volto e i suoi occhi a prodotti alimentari, croccantini e pappe, lei è troppo raffinata ed elegante per prestarsi a messaggi così volgari». E così anche per gli abiti, perché Karl Lagerfeld non ha mai voluto che Choupette vestisse cappottini, scarpette o le minicreazioni di Chanel, «non siamo al circo» aveva spiegato.

I milioni raccolti da Choupette non verranno destinati, per testamento, ad altri umani. Saranno i suoi, serviranno per accudirla, per continuare la favola che sta nella borsa creata per Chanel nel 2012 e che porta appunto il nome dell'orfanella, presentata alla sfilata di Alta Moda Autunno-Inverno Chanel 2012-2013. E ancora nella collezione Monster Choupette, una borsa che ha la forma della testa di un gatto, di un portacellulare e di un portafogli con la griffe del creatore e della gatta. Per 499 euro è pezzo raro di mercato, fabbricato da Steiff, con una tiratura limitata di duemila esemplari, un peluche che rappresenta, alla perfezione, l'ereditiera che è anche presente su Instagram con 118mila suiveurs.

Lagerfeld non ha figli, con la sorella Christiana non ha rapporti da quarant'anni, in verità esiste un figlioccio, Hudson, erede (con il fratello Jameson) dell'indossatore Brad Kroenig ma ha undici anni e non si preannunciano impugnazioni. I Kroenig e altri amici hanno festeggiato, il ferragosto scorso, nella villa di Saint Tropez il compleanno di Choupette. Karl Lagerfeld è al centro della fotografia e coccola, tra le braccia, la sua musa. Per l'occasione, ha sostituito gli eterni occhiali neri con un paio di lenti trasparenti da vista.

Non è dato sapere se l'ereditiera abbia mangiato la torta.

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