Cronache

Adesso a scuola impediscono pure di fare il presepe

A Palermo una dirigente scolastica non ha dato l'autorizzazione per il presepe. Genitori e sindaco protestano, ma la questione è ormai tutta ideologica

Adesso a scuola impediscono pure di fare il presepe

Il presepe è un simbolo semplice. San Francesco lo ha pensato così, ma sta diventando uno strumento di battaglia ideologica. A Palermo, per esempio, dove una dirigente scolastica non ha dato agli studenti l'autorizzazione di posizionare le statuine nel più tipico degli scenari cristiani. Rispettare le tradizioni è interpretato ormai come un atto insubordinato e politicamente scorretto.

Da "Gesù migrante" a "Gesù che sbarca a Lampedusa", le rappresentazioni presepiali si trasformano in terreno fertile per il buonismo. Qualche prete usa denunciare la distorsione in atto, altri si allineano al pauperismo, annunciando boicottaggi che sarebbero in grado di tutelare i meno fortunati.

La polarizzazione della dialettica politica ha fatto la sua comparsa nella capanna. "Quando si è insediata, a settembre - ha dichiarato Franco Calderaro, che è il sindaco di questa città del palermitano - , abbiamo tentato un dialogo che si è subito arenato per un eccesso di zelo burocratico e legato alla sicurezza anche laddove non vi sarebbe ragione. Per questo motivo, a esempio, sono state impedite iniziative, persino il presepe per presunti rischi per l'incolumità derivanti dalla realizzazione che non hanno alcun fondamento". Il primo cittadino si riferisce a Maria Filippa Amaradio, la preside che avrebbe fatto ostruzione sul presepe a Castellana Sicula.

"Una volta - ha scritto il grande Chesterton - mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi soldi e qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare". Aspetti bonari, accessibili e domestici delle festività natalizie. Gli stessi che un grande Leviatano ideologico sembra voler subordinare a cavilli procedurali. Se n'è accorto qualche genitore, che si è messo a scioperare pur di garantire ai propri figli una sorta di diritto alla mangiatoia. Sembra un assurdo, ma in un'Italia dove un sacerdote chiude le porte della sua chiesa per protestare contro il ministro dell'Interno non lo è. A Natale, beninteso!

Negli ingressi delle scuole politically correct troverete solo alberelli. In quelle che hanno fatto un mantra della partigianieria è possibile ascoltare "Bella Ciao". Negli ambienti redazionali, circolano voci su professori arditi che assegnano temi sulla Natività secondo il Vangelo di Luca. "Ma pure per far capire quanto sia ancora importante il latino - dicono - ". A Palermo, come detto, esistono nuclei familiari in agitazione permanente: lo "Stato", per usare un eufemismo, sembrerebbe voler rubare il Natale.

Solo che non stiamo assistendo al Grinch, ma alle ideologizzazioni derivanti da un pensiero unico buonista che ora ha paura pure delle statuine.

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