Cronache

Anarchici okkupano una casa. Per il giudice è "prassi accettata"

I 27 antagonisti avevano okkupato uno stabile, "liberato" dopo duri scontri con la polizia. Per il giudice di Milano non possono essere incriminati, perché frequentare un locale occupato è "prassi sociale accettata"

Anarchici okkupano una casa. Per il giudice è "prassi accettata"

La sintesi è semplice: per i giudici di Milano "okkupare" un palazzo, trasformalo in un centro sociale e provocare l'esasperazione dei residenti è una "prassi sociale accettata". Con questa assurda motivazione il giudice di Milano, Monica Amicone, ha assolto un gruppo di 27 antagonisti che nel 2010 presero possesso illegalmente di uno stabile in via Savona, rinominato poi la "Bottiglieria Okkupata".

Nell'ottobre dello stesso anno, dopo 4 mesi di occupazione, la polizia impiegò diversi giorni prima di riuscire a liberare il palazzo dagli abusivi. Ne nacquero degli scontri feroci, con bombe carta, spranghe e cassonetti dell'immondizia mandati a fuoco. Come scrive ilGiorno, sette di questi anarchici si erano anche barricati sul tetto per evitare lo sgombero. Una volta arrestati, sono finiti di fronte al giudice insieme ad altri 20 "compagni".

Ebbene, ieri il giudice ha deciso di assolverli perché è "mancata la piena prova" che fossero stati loro ad occupare lo stabile nel 2010. Ma come, non sono stati arrestati all'interno del palazzo dopo gli scontri? Sì, ma per il magistrato, trovarsi dentro un centro sociale "okkupato" non dimostra che le persone siano effettivamente le responsabili dell'okkupazione stessa. Nella sentenza si legge che la presenza degli imputati nello strabile durante lo sgombero è "giustificabile" con la "frequentazione del centro sociale, sia pur istituito in uno stabile occupato, secondo una prassi accetata".

Chiaro. Ormai l'Italia si è talmente rassegnata alla "normalità" dei centri sociali anarchici che a un giudice non basta ritrovare la carta d'identità di uno degli accusati sotto un letto all'interno del palazzo, non bastano le segnalazioni della Digos che ha visto più volte molti di loro presidiare l'ingresso, per condannarli.

Okkupare, ormai, è "prassi socialmente accettata".

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