Cronache

Armi ed evasione fiscale, condanna a 4 anni per l'ex assessore Prosperini

L'ex assessore della Lombardia ha trasportato illegalmente 10 cannocchiali notturni di terza generazione per fucili di precisione in Eritrea. L'accusa aveva chiesto una condanna a 5 anni

Armi ed evasione fiscale, condanna a 4 anni per  l'ex assessore Prosperini

Esportazione illegale di armi in Eritrea ed evasione fiscale. È stato condannato a 4 anni di carcere l'ex assessore regionale della giunta Formigoni, Piergianni Prosperini. La pena è stata inflitta dalla Quarta sezione penale del Tribunale di Milano, che ha prosciolto l'ex politico lombardo dall'accusa di "mancata esecuzione dolosa del provvedimento di un giudice". L'accusa, rappresentata dal pm Luca Poniz, aveva invece richiesto una pena a 5 anni di reclusione.

Prosperini, che in passato ha già avuto diversi guai giudiziari, in questo processo era accusato di aver preso parte al trasferimento verso il Paese africano di "10 cannocchiali notturni di terza generazione" per fucili di precisione. Secondo l'ipotesi accusatoria (sostanzialmente accolta dal Tribunale) avrebbe ricevuto in nero le somme di denaro che gli erano state riconosciute come percentuale per il suo ruolo di mediatore tra alcune aziende italiane e il governo dell'Eritrea nella compravendita di visori notturni da montare su fucili.

Per l'imputato è stata inoltre disposta l'interdizione dai pubblici uffici per tre anni.

L'ex assessore era anche accusato di avere effettuato fino a febbraio 2010 donazioni, trasferimenti fraudolenti di proprietà e acceso ipoteche per spogliarsi degli immobili di sua proprietà ed evitare così di risarcire all'ex assessore milanese Carla De Albertis un milione e 549.371 euro, come stabilito dal Tribunale di Milano nel febbraio 2009. Da qui anche l'imputazione di inosservanza di provvedimento del giudice: un'accusa da cui Prosperini è stato prosciolto in parte per "difetto di querela" e in parte per "non aver commesso il fatto".

Non si tratta del primo processo affrontato dal politico, cresciuto nelle file della Lega Nord, poi passato ad Alleanza Nazionale fino a diventare leader della corrente "Nordestra". Era infatti già finito in carcere nel 2009, quando era assessore al Turismo del Pirellone, con l'accusa di aver incassato una mazzetta da 230 mila euro su un appalto per gli spot televisivi del valore di oltre 7 milioni. Le manette furono strette ai suoi polsi mentre era in diretta telefonica su "Antenna Tre", alla trasmissione "Forte e Chiaro". Era stato scarcerato soltanto dopo aver raggiunto l'accordo per un patteggiamento di 3 anni e 5 mesi.

Finito nuovamente ai domiciliari nella primavera del 2010, aveva anche tentato il suicidio.

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