Cronache

L'appello della mamma di Gaetano: "Mio figlio è autistico, ha bisogno di una maestra di sostegno"

Un bambino autistico di 6 anni, originario di Pompei (Napoli), rischia di non avere un'insegnante di sostegno a scuola. L'appello su Facebook della mamma: "Non lasciateci soli"

L'appello della mamma di Gaetano: "Mio figlio è autistico, ha bisogno di una maestra di sostegno"

Gaetano è un bambino di 6 anni con dei grandi e profondi occhi color topazio.

Il suo sguardo è dolce, carezzevole ed eloquente come pochi altri. Ride di pancia, saltella sul lettone di mamma e papà con il fratellino più piccolo, Alessandro, proprio come un qualunque altro suo vivace coetaneo. Ama il mare, è goloso di pizza – d'altronde è di Pompei, in provincia di Napoli – e gli piacciono le macchine colorate. Ma Gaetano non è un bambino come gli altri. O, almeno, non nella misura comune in cui si intende il concetto di normalità, una delle parole più insulse e ambigue che abbia concepito questa società patologicamente folle. Perché è vero, sì, Gaetano non si destreggia abilmente con le parole come noialtri ma riesce a farsi capire forte e chiaro, senza mai trascurare una sfumatura emozionale, senza mai omettere un solo cenno espressivo. Lui, è un bambino autistico.

Il suo linguaggio verbale è fatto di suoni, pochi, talvolta disarticolati e confusi. Ed è per questo motivo che la mamma, Imma, ha deciso di creare la pagina Facebook La voce di Gaetano affinché anche il suo bimbo possa reclamare il diritto inalienabile ad un'esistenza serena e felice. Accade spesso, infatti, che le sue esigenze vengano ignorate, trascurate dal lassismo procastinato delle istituzioni, oltraggiate dall'ignoranza bieca di qualche zotico insolente.

"Si parla tanto di inclusione ma siamo totalmente abbandonati da tutti – ci dice Imma - e, quando chiediamo qualcosa che ci spetta di diritto, riceviamo occhiatacce e frasi di cattivo gusto da chi, invece, sarebbe lì per la nostra tutela".

Da più di due settimane, per un insensato cavillo burocratico, Gaetano è stato costretto ad interrompere gli esercizi di psicomotricità che svolge regolarmente presso un centro di riabilitazione convenzionato con l'Asl locale. Una sospensione che rischia di inficiare fortemente la sua quotidianità fatta di piccoli, impercettibili progressi ma che, per lui, si traducono in grandi conquiste giornaliere. "Ci vogliono due settimane per mettere un timbro su una pratica – afferma Imma - Ad ogni scadenza di contratto ci fermano per un paio di settimane (se siamo a fine anno anche di più) e fino a che l'ASL non ci dà l'ok siamo fermi. Non so il motivo, nel 2019 è già la seconda volta. Lui fa psicomotricità e, se non seguita assiduamente, il bambino perde la sua routine, può regredire. Riprendere poi, diventa uno stress, una frustrazione ogni volta. Io posso permettermi cure private (costosissime) ma chi non può?". Già, cosa accade a tutti quei bambini per i quali i genitori non possono sobbarcarsi i costi ingenti di cure alternative presso strutture ad hoc? Perché questa inspiegabile stasi dell'azienda sanitaria locale?

Mercoledì 11 riprenderà la scuola e Gaetano comincerà il suo primo anno di elementari. Ovviamente, necessita di un supporto didattico aggiuntivo durante le ore di lezioni e il timore più grande di Imma è proprio l'assenza di personale adeguato al caso. "La settimana prossima inizia la scuola e, in cuor mio, so già che dovrò combattere come lo scorso anno per avere una maestra di sostegno - scrive in un lungo sfogo su Facebook -. Mio figlio ha una disabilità grave e ha diritto alla copertura totale dell'orario scolastico. L'anno scorso la scuola cominciò ma l'insegnante arrivò dopo una settimana, ma solo perché protestai. Agli altri bambini disabili della scuola, addirittura dopo un mese. È inconcepibile".

Secondo quanto riferisce la legge 104/92, ovvero la normativa di riferimento in materia di disabilità, per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti alle persone portatrici di handicap, coloro che abbiano ricevuto diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico hanno diritto a forme di assistenza scolastica supplementari, con piani didattici personalizzati, fin dal primo giorno di lezioni. Ma questo, in gran parte dei casi, non si verifica quasi mai. A tal proposito, una sentenza definita 'storica' del Tar di Salerno, risalente allo scorso 29 agosto, sanciva l'obbligo del Comune di Avellino ad assegnare l’assistente specialistico formato ABA, "in grado di fornire un concreto apporto al minore, sulla base del piano educativo individualizzato PEI". Fino a quel momento, infatti, il bambino protagonista del ricorso era stato assistito durante l'orario scolastico, da operatori generici del servizio civile. Un caso eccezionale, certo, ma che rischia di diventare la consuetudine se non si valuteranno misure adeguate.

A tal riguardo, Imma chiosa l'intervista con un appello: "C'è c'è bisogno di personale specializzato. Docenti di sostegno formati alla patologia-sindrome dei bambini autistici.

Non lasciateci soli a combattere perché non tutti hanno la forza di farlo".

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