Cronache

Linea dura del preside contro gli studenti del "No Salvini Day"

Il dirigente scolastico di un liceo di Bari punisce i manifestanti: "Chi ha scioperato non usufruisce dell'accordo"

Linea dura del preside contro gli studenti del "No Salvini Day"

Brutta notizia per gli studenti di un liceo di Bari che ieri hanno preso parte alla protesta indetta contro il decreto “Scuole Sicure”, aderendo anche al “No Salvini day”. Giovanni Magistrale, preside del liceo scientifico Scacchi, ha infatti scelto di adottare una linea dura nei confronti dei manifestantti di venerdì, comunicando loro che questa mattina non avrebbero avuto il diritto di partecipare alla “Giornata dello studente” (guarda il video).

Il 17 novembre, infatti, ricorre l’anniversario della strage nazista di studenti e professori in Cecoslovacchia. Data divenuta un’occasione per rivendicare il diritto allo studio ed alla libertà d’espressione di tutti gli studenti.

Con la decisione di escludere determinati allievi, il dirigente scolastico dello Scacchi non ha voluto propriamente punire la scelta di prender parte alla manifestazioni di ieri, bensì l’atto scorretto dei ragazzi. Come Magistrale ricorda nella sua comunicazione, infatti, vi era un preciso accordo stipulato in precedenza con i rapprentanti d’isituto. Accordo non rispettato.

“Questo perché è venuto meno per loro l’accordo definito con i rappresentanti di istituto di organizzare le attività di sabato 17 a scuola in quanto gli studenti dello Scacchi non intendevano aderire allo sciopero indetto da una organizzazione studentesca per la giornata odierna.”, spiega il dirigente, come riportato su “BariToday”.

Forse alcuni studenti pensavano di poter usufruire di due giorni liberi dalle lezioni, ma così non è stato. “Tutti i docenti in servizio cureranno di svolgere regolare lezione nelle classi summenzionate, mentre tutti gli studenti di dette classi sono tenuti a portare i libri e il materiale didattico.” Il preside non fa sconti a nessuno, ed a farne le spese sono anche coloro che non hanno aderito alla protesta, ma sono compagni di classe degli scioperanti.

Questa mattina, quindi, una bella fetta del corpo studentesco è rimasto in classe a studiare e non ha preso parte alle attività previste, come ragionevole conseguenza della libera decisione di manifestare il giorno precedente. Un compromesso accettabile? Nemmeno per idea. Sui social network molti ragazzi si sono già scatenati, condannando quella che per loro è un’ingiustizia e proclamando ritorsioni.

Il professor Magistrale non si è lasciato intimidire. “Io ho concesso ben due giorni di discussione, giovedì e sabato, sui temi oggetto della giornata dello studente, e questo in alternativa allo sciopero di venerdì, come richiesto esplicitamente dai vostri rappresentanti”, ricorda. “Voi non potete accettare queste giornate e contemporaneamente scioperare. Chi ha scioperato non usufruisce dell’accordo. È il minimo”.

Del resto il dirigente scolastico del liceo Scacchi è abituato a vedere condannate come impopolari alcune sue delibere. La scorsa primavera aveva causato più di una polemica la sua decisione di imporre un “codice di abbigliamento” adeguato da adottare all’interno della scuola, che metteva al bando canottiere troppo scollate, shorts cortissimi o ciabatte da spiaggia.

All’epoca gli studenti avevano addirittura organizzato un sit-in.

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