Cronache

Bellomo, dopo lo "scandalo minigonne" il giudice destituito fa ancora lezione

Francesco Bellomo fuori dalla fiera di Roma durante le prove del concorso per diventare magistrati. Alcuni studenti lo insultano. Lui si difende: "Quel contratto era regolare"

Bellomo, dopo lo "scandalo minigonne" il giudice destituito fa ancora lezione

Torna agli onori della cronaca Francesco Bellomo, ex giudice del Consiglio di Stato, finito nella bufera lo scorso anno e poi destituito per "aver leso il prestigio della magistratura". Forse ricorderete il caso della scuola per la preparazione ai concorsi, l'ormai famosa "Diritto e Scienza", accusata - tra le altre cose - di richiedere una sorta di "dress code" a chi otteneva borse di studio. "È stato poi dichiarato - si leggeva nel documento finale dopo le indagini il Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa - che, allegato a tale contratto, vi fosse un documento contenente il cosiddetto dress code, che prevede diversi tipi di abbigliamento dei borsisti a seconda delle occasioni. Per l'abbigliamento femminile si fa anche menzione alla diversa lunghezza della gonna, del tipo di calze e del tipo di trucco".

Bene. Due giorni fa, era il 4 giugno intorno alle 19, alla Fiera di Roma, gli aspiranti magistrati che hanno tenuto la prova scritta del concorso per diventare toghe si sono trovati di fronte ad una scena che è stata catturata dalle telecamere del Corriere. Bellomo è al centro di un semicerchio di studenti che lo ascoltano. Chi passa di lì rivolge allora insulti sia in direzione del docente che di chi si è fermato ad ascoltare le indicazioni per la prova concorsuale. "Vergognati - si sente dire - anche voi che lo state ad ascoltare, dovete vergognarvi". Qualcuno urla insulti: "Sei un cogl...". Altri ritengono "strano" che "venga qui a fare questa sorta di proselitismo". Una delle ragazze intervistate dice di aver fatto "il corso con Bellomo", però "preferisco non rispondere". Fa ancora firmare il contratto? "No no - risponde lei - Non esiste più questa cosa".

Il diretto interessato, però, si difende. E sempre al Corriere spiega di non aver "fatto nulla di cui debba scusarmi". "Il contratto per la borsa di studio era regolare. C'è un ricorso al Tar in cui io contesto la sanzione disciplinare, però nell'attesa la sanzione c'". Per questo il contratto "è sospeso da un anno e mezzo". "Mi hanno sanzionato per i contratti di borsa di studio, quindi sarei stupido se non tenessi conto di quello che è stato deciso, ancorché io pensi si sia trattato di un errore piuttosto serio"."Non mi posso pentire di cose che non sono scorrette - continua - A posteriori, visto che è successo di tutto per nulla, uno evitava il nulla".

Sulla sua presenza fuori dalla fiera aggiunge: "Io illustro lo schema di svolgimento delle tracce concorsuali ai miei allievi e a chiunque voglia sentirle".

Commenti