Cronache

Bimba malata di Aids lasciata fuori da scuola

Lettera di due genitori campani alla Giannini: "Nostra figlia disabile e malata viene rifiutata da una scuola media statale. Prima era stata accettata, poi il diniego"

Bimba malata di Aids lasciata fuori da scuola

Il caso è di quelli che fa discutere: una bimba di undici anni, disabile ed ammalata di Aids, è stata esclusa da una scuola media statale, in Campania.

Ufficialmente per mancanza di posti. C'è però una circostanza che fa riflettere. L'iscrizione era stata accettata in un primo momento, per poi venire respinta dopo la comunicazione del problema di salute della piccola.

La decisione della scuola è stata contestata dai genitori in una lunga lettera pubblicata oggi sull'edizione odierna di Avvenire. "La nostra bimba ha diritto di crescere come tutti gli altri - scrivono i genitori rivolgendosi al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini - Il preside si era dichiarato disponibile ad accogliere la bambina: aveva delle iscrizioni in esubero, ma confidava nell’intervento dell’Ufficio provinciale scolastico per autorizzare l’apertura di una nuova sezione. Tale autorizzazione è arrivata ma, evidentemente, il dettaglio sulla patologia della bambina comunicatogli, così come consigliato dal professore che l’ha in cura, ha fatto la differenza."

"Così come l’avrà fatta per i dirigenti dell’Ufficio provinciale a cui ci siamo rivolti, i quali inizialmente si erano espressi con parole di "squalifica" nei confronti del preside del "no", salvo cambiare opinione. Così come l’avrà fatta anche per il personale ispettivo chiamato in causa, che dopo aver espresso telefonicamente solidarietà e impegno affinché questa incresciosa questione si risolvesse quanto prima, ha poi sempre telefonicamente comunicato la soluzione : '… per la piccola ci sarà l’apprendimento a distanza.' Cortese, ma inappellabile la conclusione: 'Non dovrà proprio frequentare… mi sono documentata, c’è una circolare ministeriale, che vi invito a leggere'."

" A un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico - concludono amari i genitori - ci rivolgiamo a lei, signor Ministro, perché non possiamo accettare una vicenda vissuta come una violenza istituzionale: è chiara la discriminazione perpetrata nei confronti della bambina da parte della scuola statale.

A Francesca, che ogni mattina era pronta con lo zainetto sulle spalle per andare a scuola, e oggi non lo è più, abbiamo dovuto spiegare con parole semplici che la scuola che lei sapeva sarebbe stata anche "sua" ancora non è pronta ad accoglierla, perché ha paura della malattia. È vero, signora ministro, che parte della scuola, in Italia nel 2015, ha paura?"

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