Cronache

Una boiata pazzesca lavorare solo 4 giorni

Una boiata pazzesca lavorare solo 4 giorni

S iccome la proposta arriva dal premier finlandese, che è giovanissima, ha 34 anni, ed è figlia di due mamme, e siccome l'hanno descritta, i media internazionali, come il simbolo della modernità che prende corpo, siccome tutte queste stelle convergono, la sua prima proposta di politica economica viene presa sul serio. Vediamola: ridurre l'orario di lavoro a 24 ore alla settimana. Sì avete capito bene: sei ore di lavoro spalmate al massimo su quattro giorni. Si tratta ovviamente di una boiata pazzesca, ma siccome a dirla e pensarla è Sanna Marin siamo qua a parlarne. Vediamo e cerchiamo di restare nei limiti del possibile calmi, per quale motivo si tratta di una proposta non solo sciocca, ma anche pericolosa.

1. Più che moderna è la solita vecchia storia che noi italiani conosciamo bene: il salario variabile inteso come indipendente. Siccome lo stipendio non cambierebbe nonostante la riduzione di orario, le imprese dovrebbero campare economicamente (cioè fare profitti) anche vedendo aumentato enormemente il costo del lavoro. Lama, sì Luciano Lama, riconobbe a metà degli anni '70 che quell'idea di pagare gli operai indipendentemente dalla produttività era sbagliata. Dopo mezzo secolo una finlandese riprende dalla casella iniziale.

2. Il lavoro, oggi a differenza della fabbrica fordista, non si misura più in orario lavorativo, ma in obiettivi raggiunti. E ciò avverrà in modo sempre maggiore, con l'avvento delle macchine, che non sostituiranno gli uomini, ma toglieranno a questi ultimi compiti ripetitivi. Una moderna organizzazione del lavoro ragiona molto meno sugli orari e molto di più sui risultati raggiunti che garantiscano una produttività tale da giustificare stipendi e utili aziendali.

3. La premier dice che le persone «meritano di stare di più in famiglia e con i loro cari» e per questo non devono lavorare più di quattro giorni alla settimana. Ma in un mondo che rispetta una ragazza figlia di due madri, si potrà ancora pretendere che ognuno decida come meglio impiegare il proprio tempo, magari anche lavorando? O il modello unico di accettabilità sociale è quello che decide la Signora premier? Purtroppo noi Europei ragioniamo ancora con i vecchi schemi dell'800 e nel pretendere di cambiarli crediamo di essere moderni e inclusivi (è la parola magica). Una visione sarebbe quella di capire il destino del nostro ricco continente, capire su cosa dovrà specializzarsi, quali competenze sfruttare, come finanziarie un welfare state che non regge e come affrontare la sfida epocale dell'immigrazione da paesi in cui la condizione della Signora Marin avrebbero portato i genitori al patibolo.

E invece no: tiriamo fuori dal cappello le idee del marxismo post guerra, per sentirci più al calduccio.

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