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Bombe italiane? Le sganciano gli aerei made in Usa

Purtroppo quando un reportage (o supposto tale) ha il marchietto Nyt, dalle nostre parti viene considerato verità assoluta. È peggio di una bufala, è una pericolosa sceneggiata basata su alcuni dati reali

Bombe italiane? Le sganciano gli aerei made in Usa

La Repubblica di New York, cioè il New York Times, l'ha sparata grossa. Seguendo le denunce di un parlamentare del Movimento 5 stelle e di un consigliere regionale indipendentista, ha realizzato una video inchiesta titolata Come le bombe italiane uccidono civili yemeniti. Purtroppo quando un reportage (o supposto tale) ha il marchietto Nyt, dalle nostre parti viene considerato verità assoluta. È peggio di una bufala, è una pericolosa sceneggiata basata su alcuni dati reali. Ne usciamo come un popolo di mascalzoni. Nella video inchiesta ci sono immagini di bambini cadaveri attribuibili alle bombe italiane. Vediamo i luoghi di costruzione dei micidiali ordigni, e cioè il Sulcis. Sentiamo non meglio identificati «esperti europei» dire che «vendere queste bombe è illegale». Ovviamente Farnesina e ministero della Difesa hanno subito risposto che è tutto legale e consentito dalle nostre stringenti leggi. E che le nostre esportazioni di armamenti in Arabia Saudita sono regolari, e che quel Paese non è sottoposto ad alcun embargo. Dall'Arabia Saudita, infatti, partirebbero i blitz omicidi.

Dal sedicente reportage sembra che questi ordigni siano lanciati con le fionde. E non da aerei di produzione americana (a regime disporranno di quasi 160 F15, realizzati dalla Boeing) ed europea. I morti dello Yemen si attribuiscono agli armamenti italiani, quando esportiamo in Arabia saudita poco meno dell'1,3 per cento dei suoi acquisti in armamenti, tre volte meno della Francia, ma anche della Spagna (fonte Sipri). Evidentemente a New York si sono dimenticati che il loro amato presidente Obama, quello che non risponde alle domande sui boxer e gli slip, durante il suo mandato ha firmato vendite di armamenti ai sauditi per 110 miliardi di dollari, il dato più alto da 71 anni. Compresi missili terra-aria, addestratori e aerei in grado di utilizzare le bombe italiane, che rappresentano comunque un centesimo di quanto comprato dai sauditi. Donald Trump, solo pochi mesi fa, ha firmato nuovi contratti per una cifra identica ed estendibile a 350 miliardi nei prossimi dieci anni. E sarebbero le bombe italiane, secondo questi maestri del giornalismo, a falcidiare le vite di innocenti? Hanno evidentemente mangiato troppo cibo bio o firmato troppi accordi per non scambiarsi abbracci, per rendersi conto di cosa succede a casa loro, più che nel Sulcis. Fu il loro beniamino Obama a porre il veto su una legge, approvata dal Congresso, che avrebbe permesso ai familiari delle vittime dell'11 settembre di citare in giudizio l'Arabia Saudita per quella carneficina. Obama e poi Trump, in questo identici, sanno quanto valgono le commesse militari dei sauditi (a seconda delle indagini, primo o secondo importatore di armi al mondo) e «venderebbero la loro anima», forse comprensibilmente in termini di real politik, per tenere buona la dinastia saudita.

Tutte cose che al Nyt sanno perfettamente, ma che non li frena dal realizzare un titolo ignobile con il quale si legano le bombe italiane alle morti yemenite. È un filotto di bufale quello del Nyt. Prima la finta storia di Regeni e delle rivelazioni che il governo italiano avrebbe ottenuto dalla Casa Bianca; poi il reportage sui centri di detenzione in Libia che sarebbero gestiti da milizie con cui l'Italia ha fatto accordi. Utilizzando lo stile del complottari americani, ci viene da dire che da quelle parti c'è qualcuno infastidito dal nostro storico attivismo in questa regione del mondo.

Nicola Porro

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