Cronache

Brindisi, spunta l'ipotesi che ci sia un "committente"

La confessione di Vantaggiato non convince: manca il movente. I pm: "Vuole occultare il concorso di altri". Il sindaco di Mesagne: "L'ordigno pesava 100 chili"

Brindisi, spunta l'ipotesi che ci sia un "committente"

Giovanni Vantaggiato, l'uomo che secondo i pm ha azionato la bomba che ha ucciso Melissa Bassi e ha ferito cinque ragazze, non ha agito da solo. Nel decreto di fermo, infatti, gli inquirenti puntano il dito contro il movente, che continua ad essere oscuro. Il 68enne ha confessato di aver piazzato e fatto esplodere l'ordigno davanti alla scuola Morvillo Falcone, di aver progettato e messo a segno l'attentato da solo, ma non ha saputo (o forse voluto) dire il perché del gesto. Questo fa sospettare che voglia "occultare il concorso di altri". Ma non solo. Davanti ai pm l'uomo si sarebbe tradito e avrebbe detto "Abbiamo piazzato la bomba". Nel decreto di fermo, inoltre, si parla anche della possibilità che l'attentato sia stato ordinato da qualcuno. "Riguardo l’ipotesi della presenza di un’altra persona che potrebbe avergli detto di farlo allo stato l’unica indicazione si riferisce solo all’uso del plurale fatto più volte dal fermato nel corso dell’interrogatorio. Almeno due o tre volte", spiegano gli inquirenti.

Per il momento, mentre si aspetta la convalida del fermo per Vantaggiato, non ci sarebbe comunque nessun altro indiziato, come conferma il capo della direzione anticrimine centrale della polizia, Francesco Gratteri:  "Gli elementi di responsabilità conducono solo alla sua persona". Il sospetto però che ci siano complici viene anche al sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, secondo cui il killer deve essere stato aiutato da qualcuno: "Le bombole pesavano complessivamente 100 chili, non penso che abbia potuto fare tutto da solo".

Il procuratore della Dda di Lecce ieri ha spiegato che quello del concorso in strage è stato contestato anche per lasciare aperta "ogni eventualità". In ogni caso, oltre alla confessione, contro Vantaggiato ci sono diversi elementi. Le telecamere di sicurezza nei luoghi vicino alla scuola, infatti, hanno ripreso entrambe le sue auto sia la notte tra il 18 e il 19 maggio (quando è stata piazzata la bomba) sia poco prima e poco dopo l'esplosione. Per nascondere le bombole, l'uomo avrebbe usato un cassonetto utilizzato in diverse zone nel salentino, anche vicino al suo distributore.

La detenzione nel carcere di Lecce, inoltre, è giustificata dal possibile pericolo di fuga.

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