Cronache

I canapa shop querelano Salvini: "Non siamo criminali"

Rabbia per le parole del ministro dell'Interno: "Siamo commercianti onesti, nessuno può permettersi di diffamarci e passarla liscia"

I canapa shop querelano Salvini: "Non siamo criminali"

Non solo il caso Sea Watch 3: ora contro Matteo Salvini si sono schierati anche i canapa shop. Tutto parte dalle dichiarazioni rilasciate dal leader leghista nei confronti di tali negozi: "Stiamo lavorando per andare a verificare la giungla di cannabis e canapa shop che hanno aperto come funghi che in un caso su due si rivelano centri dello spaccio". Ed ecco che arriva la denuncia da parte di Gessica Berti, titolare di un Grow shop di Budrio. La proprietaria, contattata dalla redazione di Fanpage.it, si è schierata contro il ministro dell'Interno: "Come può permettersi un ministro che fa parte di un partito che ha rubato negli anni passati 49 milioni di euro, a diffamare una categoria che legalmente esiste, paga le tasse e ha garantito un introito di milioni di euro che si sono tradotti in tasse, economia e migliaia di posti di lavoro?".

Le querele

Lo scopo principale è quello di "avere l’attenzione dei media per poter spiegare che non siamo criminali, ma onesti commercianti e che le persone capiscano che cos’è veramente questa pianta. Poi, se riusciamo a costituirci come parte civile e saremo un po’ di persone, ben venga". Sì, perché Gessica ha spiegato di possedere "i dati di altri negozianti che mi hanno inviato le copie delle querele che hanno fatto: in una mattina me ne sono arrivate 15, e ho iniziato a cercare dei referenti regionali per raccogliere tutti quelli che stanno procedendo in questa direzione". La titolare ha confessato di essersi sentita "una cittadina di serie B", mentre invece si reputa una normale imprenditrice: "Sono una mamma, ho due lauree, ho vissuto e lavorato all’estero e sono tornata in Italia perché credo in questo mercato e credo nel mio paese. Non vorrei dovermi ricredere".

Gessica mira ad una sensibilizzazione da parte del pubblico su questa tematica: "Voglio che la gente, invece che pensare alla canapa con i vecchi dogmi che ci sono stati inculcati, inizi ad informarsi senza essere in balia della disinformazione".

E conclude avvertendo: "Il nostro è un grido di protesta, siamo qui per mano tutti uniti e nessuno può permettersi di diffamarci e passarla liscia".

Commenti