Cronache

Il cardinale non molla e rilancia i "dubia" su Bergoglio

Il cardinale Brandmueller è tornato a parlare dei "dubia" sollevati su Amoris Laetitia. Ecco le domande a cui Francesco non ha risposto

Il cardinale non molla e rilancia i "dubia" su Bergoglio

Il cardinale Brandmueller ha rilanciato i suoi "dubia" attraverso un'intervista ad Armin Schwibach, l'equivalente romano del portale cattolico austriaco Kath.net. L'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" continua a far discutere e così, dopo la "correzione" di tre vescovi kazaki cui hanno aderito anche due prelati italiani, è stato l'anziano porporato, molto amico di Benedetto XVI, a riportare il tema sul tavolo delle questioni irrisolte. Papa Francesco, infatti, ha sì risposto ai "dubia" sollevati da Burke, Meisner, Caffarra e Brandmueller, ma indirettamente: mediante la pubblicazione negli Acta Apostolis Sedis di una lettera inviata all'episcopato argentino in cui ha specificato quale sia l'unica interpretazione possibile sul discusso capitolo ottavo. L'accesso ai sacramenti da parte dei "divorziati risposati", insomma, continua ad essere messo in discussione da una parte di Chiesa cattolica.

Nella citata intervista, Brandmueller ha rimarcato i punti centrali dei "dubia" rivolti a Bergoglio per poi, sostanzialmente, rispondersi da solo. Il pontefice argentino, del resto, non ha mai dato comunicazione di un chiarimento ufficiale relativo alla lettera che i quattro cardinali gli hanno inviato. Brandmueller ha ricordato che le domande poste sono cinque: "Può una persona legata da un vincolo sacramentale in atto e che ora vive con un nuovo partner in una relazione coniugale (AL,N. 305, nota 351) ricevere in certi casi ‘assoluzione e comunione? Ci sono comandamenti morali assoluti, rispettivamente, proibizione, che sono vincolanti senza eccezione e in tutte le circostanze (come l’uccisione di una persona innocente)? È ancora vero che chi vive continuamente in stato di adulterio si trova oggettivamente in stato di peccato grave? Ci sono situazioni nella vita che mitigano la responsabilità morale a tal punto che un atto immorale (qui: adulterio) può di conseguenza essere moralmente scusato, o persino giustificato? Può una decisione di coscienza personale permettere eccezioni dall’interdizione assoluta di un atto intrinsecamente immorale?". "Queste cinque domande appartengono ai fondamenti della Fede e dell’insegnamento morale - ha sottolineato il cardinale, che ha chiarito come "Secondo questi fondamenti le domande 1, 4 e 5" debbano "avere come chiara risposta un ‘No’, e le questioni 2 e 3 un ‘Sì’".

Come ha riportato La Nuova Bussola Quotidiana, nell'ottobre scorso, Brandmueller era arrivato a parlare di scomunica "in relazione a chi pensa che vi possano essere eccezioni per gli adulteri che si accostano ai sacramenti": "Chi sostiene che uno può entrare in una nuova relazione mentre il suo coniuge legittimo è ancora in vita è scomunicato perché questo è un insegnamento erroneo, è un’eresia. Chiunque sostene una cosa simile è scomunicato…Così, se qualcuno pensa di poter contraddire il dogma definito di un Concilio Generale (per esempio il Concilio di Trento), bene, quello è davvero molto violento. Esattamente, quello è ciò che si chiama eresia – e ciò significa esclusione dalla Chiesa – perché uno ha abbandonato i fondamenti comuni della Fede". Ma l'altra grande questione affrontata dal cardinale è quella dialogo ecumenico con la religione protestante. Già dalle pagine de IlGiornale.it, il porporato tedesco aveva espresso forti perplessità rispetto ad alcune dichiarazioni rilasciate da vertici ecclesiastici al riguardo. Nell'intervista al portale austricaro, Brandmueller ha ricordato come Martin Lutero avesse intenzione di "abbattere tre muri": "Il primo muro era il sacerdozio basato sull’ordine sacro; il secondo era il Magistero basato sulla missione data da Gesù Cristo; il terzo era l’esistenza del papato. Che queste tre ‘mura’ avessero una solida base biblica non interessava all’irato monaco agostiniano. Ora che ha abbattuto queste tre mura, Lutero vede che l’intero edificio della Chiesa papale è crollato. Dichiarare che questa distruzione totale è "un lavoro dello Spirito Santo" è una dichiarazione assolutamente bizzarra che può essere spiegata con la pura e semplice ignoranza dei testi e dei fatti storici; un’ignoranza che è ancora più sorprendente per un vescovo", ha chiosato il cardinale. Il riferimento è evidentemente diretto a Mons.

Galantino, segretario generale della Cei, che nell'ottobre scorso aveva definito la riforma di Lutero come "un'opera dello Spirito Santo".

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