Cronache

Case popolari agli stranieri mentre i senzatetto italiani continuano ad aumentare

L’Istat e i dati raccolti fotografano purtroppo un paese, l’Italia, che non gode assolutamente di buona salute

Case popolari agli stranieri mentre i senzatetto italiani continuano ad aumentare

Sulle coste italiane sbarcano ogni giorno non solo rifugiati di guerra ma anche extracomunitari in cerca di lavoro e fortuna nel nostro paese. Ma l’Italia, secondo gli ultimi dati Istat è diventato un paese di nuovi poveri, italiani. Aumentato per le strade di tutta Italia i nuovi clochard. Questo mentre come accade nella Capitale, le case popolari vengono date prima ai nomadi che ai cittadini residenti a Roma.

Questo è quello che si evince dal nuovo rapporto sulla povertà in Italia relativa al 2014. Solo nel 2014 si è registrato infatti che 1 milione e 470 mila famiglie (5,7 per cento di quelle residenti) è in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8 per cento della popolazione residente). Tra loro: 1 milione 866 mila risiedono nel Mezzogiorno (il 9 per cento), 2 milioni 44 mila sono donne (6,6 per cento), 1 milione 45 mila sono minori (10 per cento), 857mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni (8,1 per cento) e 590 mila sono anziani (4,5 per cento).

La crisi economica ora colpisce tutti e senza distinzione di sorta e in maniera pesante anche e soprattutto la classe media che ha visto negli ultimi tempi crescere drammaticamente la fascia di popolazione in povertà.

Ma cosa si diventa poveri? Si tratta di nuclei familiari che viaggiano sul filo del rasoio. Basta la malattia di un caro o anche un’auto da riparare, magari quella per andare al lavoro per non riuscire più a far quadrare i conti. E se il lavoro è di sicuro il problema principale, in molti infatti dopo un licenziamento non riescono a ricollocarsi nel mondo del lavoro, soprattutto se avanti con gli anni, uno dei fattori principali e fonte di rischio è la scelta di avere un figlio. In molte coppie infatti, soprattutto nel Mezzogiorno è solo uno a lavorare e con la nascita di un figlio si rischia di finire sotto la soglia di povertà. Inaccettabile, ma vero purtroppo. In Italia al momento le famiglie con più due figli devono fare i salti mortali per affrontare le tante difficoltà economiche. Una situazione allarmante che ha portato al nuovo fenomeno dei “senza tetto o clochard” . Roma e Milano ne sono pieni ad ogni angolo della strada. A Milano ad esempio solo nell’anno 2013 un censimento completo della popolazione senza fissa dimora aveva dimostrato il 69% di aumento di casi .

I senza fissa dimora sono prevalentemente uomini nella parte centrale – e potenzialmente produttiva – della loro vita (l’età media è di 41,2 anni e il 46 per cento della popolazione censita ha tra i 25 e i 44 anni Individui con un livello di istruzione (e quindi di capitale umano) non trascurabile se si pensa che circa il 10 per cento possiede un diploma terziario (laurea o equipollente) ma individui che non posseggono un lavoro (il 78 per cento) sebbene attivi sul mercato.

La perdita del lavoro è la causa principale dello status di homelessness, anche se tra gli italiani determinanti sono le rotture delle relazioni familiari (vedovanza/divorzio), la dipendenza da droga e alcool, l’uscita dal carcere. Il rischio maggiore connesso alla perdita della casa e alla vita in strada sembra essere però la cronicizzazione della situazione e la dipendenza dal circuito assistenziale.

L’Istat e i dati raccolti fotografano purtroppo un paese, l’Italia, che non gode assolutamente di buona salute.

E fa riflettere vedere come nonostante siamo diventati “leader dell’accoglienza ai profughi”, le istituzioni si dimentichino di chi questo paese lo manda avanti, sia a livello economico che culturale.

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