Cronache

La chiesa diventa moschea: l'artista lascia i calzini sporchi nella vasca dell'acqua santa

A Venezia l'installazione della Biennale aveva trasformato una chiesa in moschea: ora si scopre che l'artista ha lasciato due calzini a mollo nell'acquasantiera

La chiesa diventa moschea: l'artista lascia i calzini sporchi nella vasca dell'acqua santa

Un pugno allo stomaco. L'acquasantiera della chiesa di Santa Maria della Misericordia - la chiesa veneziana trasformata in moschea per la Biennale - trasformata in lavabo, con tanto di calzini (sporchi?) che penzolano dal marmo.

Dopo le polemiche esplose per la trasformazione della chiesa in moschea, la sezione cittadina di Fratelli d'Italia ha organizzato un presidio di protesta davanti a Santa Maria della Misercordia, ottenendo di entrare in visita nel tempio degli islamici. Ieri pomeriggio, la scoperta che ha lasciato tutti basiti.

A fianco della bussola d'ingresso, due calzini che penzolavano dall'acquasantiera, dove i cristiani conservano l'acqua benedetta per segnarsi con il segno della Croce all'atto di entrare in chiesa. Una provocazione bella e buona, spiega il capogruppo di Fdi in consiglio comunale, Sebastiano Costalonga: "Sembra che a lasciare lì i calzini non siano stati gli islamici ma l'artista che ha realizzato l'installazione".

Sul luogo ha effettuato un sopralluogo il questore Angelo Sanna, che ha voluto verificare di persona la situazione. Inoltre il comune lagunare ha concesso dieci giorni di tempo per provare che la chiesa non sia più un luogo di culto, pena la sospensione di tutta l'iniziativa.

Al telefono con ilGiornale.it, il presidente della comunità islamica di Venezia e provincia, Muhamed Amin Al Adhab, spiega che si tratta di una provocazione e ipotizza anche che la foto possa essere stata scattata da una persona che ha lasciato i calzini nell'acquasantiera solo per poter poi gridare allo scandalo.

Nel pomeriggio di ieri sulla questione è intervenuto anche il professor Alessandro Tamborini, docente di Scienze religiose, che ha chiesto di poter entrare senza togliersi le scarpe: "Se è un padiglione artistico, non vedo perché dovrei camminare scalzo per forza. Se invece è una moschea, dove sono le autorizzazioni necessarie all'esercizio del culto?".

"Mi è stato impedito l'accesso - prosegue il cattedratico in uno scritto ripreso anche dalla stampa locale - Ora chiederò al prefetto di ripristinare la tutela dei diritti degli italiani e le regole costituzionali".

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