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Letta cade sull'imperatore: autogol sullo ius culturae

Letta cade sull'imperatore: autogol sullo ius culturae

Claudio chi? Claudio lo zoppo, il balbuziente, il figlio di Druso, fratello di Germanico, lo zio di Caligola, il marito distratto di Messalina e poi di Agrippina, il patrigno di Nerone, il filologo, lo storico che racconta il mistero degli Etruschi, il saggio che si finge scemo per sopravvivere ai veleni di una famiglia magari augusta ma di certo assetata di intrighi e potere. Claudio quarto imperatore di Roma.

Enrico Letta non può non sapere la storia degli eredi di Ottaviano. Il premier defenestrato da Renzi è un intellettuale apprezzato in tutta Europa, insegna in una grande école di Parigi e ha fondato l'Académie Notre Europe. È chiaro che domenica quando è andato a visitare la mostra su Claudio imperatore all'Ara Pacis ha fatto il furbo. Ha usato il finto sciocco Claudio per motivi politici. Ecco, ha detto, questo è il primo imperatore straniero. «I romani erano più lungimiranti di noi, così bravi a integrare...». La cittadinanza era già allora una questione piuttosto complicata. Ci sono state guerre, come quella con i soci sanniti ai tempi di Caio Mario, per il diritto di dichiararsi: civis romanus sum. Quinto Poppedio Silone si rivolta contro Roma per l'aiuto militare che Marsi e Sanniti danno nelle guerre contro Teutoni e Ambroni. «Vi abbiamo aiutato e ci meritiamo la cittadinanza». La risposta di Roma è peggiore di quella di Trump ai curdi. Letta quindi per propaganda politica finisce per cadere in una fake news che adesso il web gli rinfaccia.

Claudio è nato a Lugdunum, quella che ora chiamano Lione. È nato lì perché Druso sta combattendo contro le tribù germaniche e chiama la moglie Antonia, figlia di Marco Antonio e della sorella di Ottaviano, nell'avamposto romano in Gallia. Claudio insomma è romano da più di sette generazioni. La gens Claudia arriva sì dalla Sabina ma quando Roma è ancora un villaggio. Il primo Appio Claudio è uno dei decemviri che scrive la tavola delle XII leggi, il primo codice di Roma. Un altro Appio Claudio costruisce la via Appia. Clodio, il fratello della Lesbia di Catullo, è un populista nemico di Cicerone. I Claudi sono in genere geniali o pazzi, ma di certo non sono stranieri.

Letta avrebbe potuto citare Traiano, l'imperatore che ha reso Roma il centro di un mercato globale, nato in Andalusia, ma pure lui di origini italiche. La realtà è che la vocazione allo ius culturae di Roma non dipende dal luogo di nascita degli imperatori. Non si legge nei loro volti di marmo. È una storia di lotte e di scontri politici feroci, di aperture e chiusure, di chi dice «prima i romani» e di chi vuole rinnovare il mos maiorum. È quello che pensa anche Claudio, che amplia i confini della cittadinanza e apre le porte del Senato ai Galli. Letta poteva citare la sua orazione sullo ius honorum. Roma nasce aperta. Roma premia i migliori e non importa se vengono da lontano. Ma la cittadinanza è un valore, un merito.

È per molti, non per tutti.

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