Cronache

È complice di un omicidio. Ma pretende l'accoglienza

Ala Ceoban, 31 anni, moldava, ha occultato due cadaveri a Gradoli. L'Italia non le rinnova il permesso di soggiorno e lei fa causa allo Stato

È complice di un omicidio. Ma pretende l'accoglienza

Non le importa di essere stata accusata e condannata per aver partecipato all'omicido della sorella e della nipote di 13 anni a Gradoli. Ala Ceoban, 31enne moldava, pretende dallo Stato Italiano il permesso di soggiorno. Nonostante tutto.

La donna si è fatta 7 anni di carcere per occultamento dei cadaveri dei due parenti barbaramente trucidati dal suo amante, che allora era il compagno della sorella uccisa. Un omicidio passionale, per "liberare" l'uomo da quella relazione con la sorella. Coeban è moldava e dopo essere uscita dal carcere si è presentata in Questura e Prefettura per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Documento che ovviamente gli è stato negato ma che lei pretende a tutti i costi. Tanto che ha chiesto al suo avvocato di fare causa allo Stato. Oggi lavora in una azienda agricola e le serve il permesso di soggiorno per non dover tornare in Moldavia.

Arrivata in Italia nel 2003, Coeban aveva appena 13 anni. A ospitarla, fu proprio la sorella Tatiana che aveva due figlie (una nata da una precedente relazione) e che condivideva il tetto con Paolo Esposito, 50 anni. Tra Ala e l'uomo inizia una storia d'amore che non sarebbe dovuta nascere e che porta i due a pianificare la morte della sorella. Era il 30 maggio del 2009 quando vengono uccise Tatiana e la figlia tredicenne. A massacrarle, secondo giudici, fu Esposito che ora sconta l'ergastolo. Mentre la donna sconta 7 anni ci galera per favoreggiamento e occultamento di cadavere.

Ora è il turno del permesso di soggiorno. I primi movimenti di documenti portano ad una rispsota negativa, così la donna - come spiega il Corriere - ricorre al Tar "contro la Prefettura di Viterbo, la Questura e il ministero dell’Interno". Alla fine il Tar decide che "i reati per i quali la ricorrente è stata condannata denotano un’indole particolarmente aggressiva" e che essendo "pericolosa per la sicurezza dello Stato e una minaccia per l’ordine pubblico", è giusto negarle il permesso di soggorno.

"Suggerirò di proporre Appello — dice l’avvocato al Corriere — andremo al Consiglio di Stato: l’occultamento di cadavere non è pericoloso per la sicurezza dello Stato".

Commenti