Cronache

Induzione alla corruzione, arrestato il prefetto di Cosenza

Paola Galeone finisce ai domiciliari con l'accusa di aver intascato una mazzetta di 700 euro. La denuncia è partita da una imprenditrice. La Lega: "Sconcertante il silenzio del Viminale"

Induzione alla corruzione, arrestato il prefetto di Cosenza

Il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, è stata arrestata questa mattina dalla squadra mobile, su richiesta della Procura diretta da Mario Spagnuolo. La rappresentante del governo è agli arresti domiciliari a Taranto, la città dove risiede. È accusata del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Galeone è finita nel registro degli indagati per aver intascato una mazzetta di 700 euro. A denunciarla è stata l'imprenditrice Cinzia Falcone, a cui il prefetto avrebbe chiesto una fattura fittizia di 1.220 euro, che sarebbe servita a ottenere una parte del fondo di rappresentanza riconosciuto ai prefetti e rimasto ancora disponibile a fine 2019. Di quella fattura, 700 euro sarebbero rimasti a Galeone, gli altri all'imprenditrice come 'ricompensa' per il servigio offerto.

Il prefetto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe proposto l'accordo illecito proprio all'interno del palazzo del governo. L'imprenditrice, però, ha poi confidato tutto ai suoi familiari e alla polizia. Una volta fissato l'incontro nel bar scelto dal prefetto, Falcone si è presentata con soldi falsi inseriti in una busta e ha videoregistrato tutta la conversazione.

Lo scambio – secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud – sarebbe stato programmato attraverso diversi messaggi whatsapp. Dopo aver ricevuto la comunicazione dell'avvenuta emissione della fattura falsa, Galeone avrebbe risposto così: "Hai tutta la mia stima. Vedrai insieme faremo grandi cose". Il giorno prima, invece, il prefetto avrebbe spiegato all'imprenditrice che era meglio che la fattura fosse di 1.220 euro, in modo che non apparisse uguale alla somma residua rimasta nel fondo.

L'inchiesta non sarebbe ancora chiusa. Gli agenti della Mobile di Cosenza stanno infatti esaminando diversi altri atti relativi ai rimborsi spese nei quali compare il nome di Galeone. Al vaglio altri documenti contabili ritenuti degni di approfondimento investigativo.

Galeone, il giorno prima che la notizia dell'inchiesta divenisse pubblica, si era messa in aspettativa e aveva lasciato la sede di Cosenza. Ora sarà il Consiglio dei ministri a revocarle l'incarico in modo definitivo e a nominare un nuovo prefetto.

L'imprenditrice che ha inguaiato Galeone, tra l'altro, è presidente di Animed, un'associazione attraverso la quale è da anni impegnata in eventi di solidarietà a favore delle donne. Proprio in questa veste, lo scorso 30 novembre, la donna era salita sul palco del teatro Rendano di Cosenza accanto al prefetto, nell'ambito di una iniziativa organizzata dall'Ufficio del governo.

Nessuna reazione da parte della politica, eccezion fatta per la Lega che, per mezzo del commissario del Carroccio in Calabria, Cristian Invernizzi, chiama in causa il Viminale: "Sconcerta il silenzio del ministero dell'Interno: i cittadini di Cosenza e della Calabria meritano trasparenza ed efficienza".

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