Cronache

Per la Corte Ue dei diritti umani è ammissibile il ricorso per i poliziotti della Diaz

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato ammissibile il ricorso per i poliziotti condannati per i fatti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova

Per la Corte Ue dei diritti umani è ammissibile il ricorso per i poliziotti della Diaz

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dai funzionari di polizia condannati in via definitiva per i fatti della scuola Diaz relativi al G8 del 2001 a Genova. I poliziotti - che erano stati assolti in primo grado - sono stati condannati in appello e poi in Cassazione per falso e calunnia.

I funzionari che hanno presentato il ricorso sono Gilberto Caldarozzi, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola e Nando Dominici. Secondo loro la sentenza della Corte di appello di Genova avrebbe violato l'articolo 6 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo che sancisce in particolare il "diritto dell'imputati di interrogare o far interrogare i testimoni a carico" e quello a un "equo processo". I ricorrenti lamentano anche che la sentenza di primo grado sia stata ribaltata in appello senza risentire i testimoni.

Nel luglio del 2012, 25 poliziotti vennero condannati dalla Cassazione per l'irruzione alla scuola di Genova la notte dei 21 luglio 2001 dopo i disordini durante il G8. Tutti condannati per falso aggravato, l'unico reato scampato alla prescrizione dopo 11 anni, in relazione ai verbali di perquisizione e arresto ai carico dei manifestanti, rivelatisi pieni di accuse infondate. Il blitz alla scuola Diaz-Pertini, dove alloggiavano manifestanti antiliberisti giunti nel capoluogo ligure per le manifestazioni contro il G8 del 2001, avviene nella notte tra il 21 e il 22 luglio, il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani.

All'operazione presero parte centinaia di poliziotti, e nessuno è mai stato in grado di fornirne il numero esatto, dato che - come è emerso ai processi - molti agenti e funzionari si aggregarono spontaneamente al contingente. La scuola era ritenuta il 'covò dei black bloc, protagonisti di due giorni di violenti scontri con le forze dell'ordine.

Idea rivelatasi poi falsa e infondata.

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