Cronache

Tensioni, rivolte, risse e roghi: 'l'inferno' nel centro migranti

Da settimane si registrano tensioni nella struttura di Valderice che ospita i migranti che sbarcano in Sicilia e che devono osservare la quarantena. Noi siamo andati vedere come si vive accanto al centro per extracomunitari

Tensioni, rivolte, risse e roghi: 'l'inferno' nel centro migranti

A Valderice, piccolo Comune alle porte di Trapani, non si dorme più la notte. I cittadini vivono nella paura da mesi, ovvero da quando la struttura del Cas ospita un centinaio di migranti extracomunitari che devono osservare i giorni di quarantena come previsto dal protocollo sanitario. Siamo andati lì per vedere con i nostri occhi quello che succede ogni giorno in questo angolo di Sicilia e per raccogliere le testimonianze dei residenti che vivono quotidianamente a due passi dalla struttura.

La zona è presidiata da una pattuglia dei carabinieri e una della guardia di finanza, la decisione è stata adottata per evitare fughe o sommosse all'interno del centro per l'accoglienza dei migranti. Non a caso nelle ultime settimane c'è stata una escalation di episodi che hanno fatto preoccupare i residenti: dalle fughe alle rivolte, dai disordini agli incendi fino alla sommossa interna, chi abita nella struttura non ci vuole stare e cerca di scappare. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria il centro di Valderice è diventato il primo presidio per i migranti sbarcati in tutta la provincia trapanese. Sbarcano sulle coste, fanno i primi controlli e vengono smistati qui per tutto il periodo della quarantena."Una situazione ormai insostenibile e delicata, che sta portando alla esasperazione gli abitanti della zona - racconta Gabriele Palermo consigliere comunale di Valderice - i cittadini sono ormai stanchi e non riescono più a vivere".

Per spiegare cosa succede è necessario fare un passo indietro. Lo scorso 23 settembre la struttura è stata teatro di una sommossa, iniziata da alcuni extracomunitari e proseguita con una fuga generalizzata. C'è chi ha incendiato i materassi e gli arredi del centro per darsi alla fuga e far perdere le proprie tracce: qualcuno c'è riuscito e qualcuno è stato preso immediatamente. Secondo le cronache, due migranti di origine tunisina nel tentativo di fuggire dall’isolamento si sono gettati dalle finestre riportando fratture in diversi punti del corpo, tanto che è stato necessario il ricovero all'ospedale Sant'Antonino Abate. I roghi, appiccati in più punti dagli immigrati, hanno reso necessario l’intervento oltre che delle forze dell’ordine anche dei vigili del fuoco, che hanno domato l’incendio dopo qualche ora. Il giorno dopo una parte della struttura è stata dichiarata inagibile per i gravi danni causati dalle fiamme.

A fine settembre la situazione del Cas di Valderice villa Sant'Andrea è stata al centro di un tavolo tecnico tra questura e prefettura per constatare le possibili soluzioni da adottare e per evitare sia le fughe dal centro sia migliorare l'accoglienza rendendola perlomeno più funzionale. E proprio per evitare le fughe all'esterno, che sono i motivi di paura di chi vive nella zona, si era deciso di intervenire con protezioni a porte e finestre. In ogni caso, passano i giorni, le settimane e a volte anche i mesi ma la situazione resta più o meno sempre la stessa: tensione alle stelle, preoccupazione diffusa e un mancato senso di sicurezza. "Qui ogni notte c'è una guerriglia in atto tra i migranti - racconta un residente con un filo di voce -. Non si dorme più e non riusciamo ad avere serenità".

Lo sa bene anche il sindaco di Valderice, Francesco Stabile, che ha preso carta e penna e ha scritto al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese all'indomani della rivolta del 23 settembre. "La struttura in questione si trova posizionata in una località centrale del paese, quindi, ogni disordine o tafferuglio è ben visibile e percepito dalla maggior parte della popolazione - si legge nella lunga missiva inviata al Viminale -. La sera del 13 agosto, alcuni di loro, hanno dato vita a un momento di grave disordine presso la piazza centrale del paese, coinvolgendo numerosi cittadini che, proprio in quel momento, si trovavano presenti in ristoranti e bar della zona. La vicenda di guerriglia urbana avvenuta, con lanci di bottiglie tra i presenti nel luogo dell'accaduto e la colluttazione tra i migranti e i cittadini residenti, ha avuto un epilogo alquanto difficile da risanare, tra feriti, seppur di lieve entità, e malumori tra i presenti che, continuano ancora oggi, ad essere esplicitati in maniera forte e decisa, a volte anche ostile contro il sistema dell'accoglienza, tanto da sobillare manifestazioni e proteste anche attraverso l'utilizzo di canali social".

Se da un lato il territorio valdericino, ha sempre mostrato una particolare sensibilità all'accoglienza, oggi il vento sembra essere cambiato soprattutto perché in molti lamentano che le forze dell'ordine ci sono ma non sono presenti in numero adeguato a fronteggiare disordini imprevisti. "Da Ssndaco - prosegue nella sua lettera Stabile -, non nascondo la difficoltà che vivo quotidianamente ad infondere sicurezza e protezione nei confronti dei miei concittadini". E proprio di sicurezza si parla con i cittadini valdericini che hanno lanciato una petizione online tramite la pagina Facebook "Valderice Libera".

"Abbiamo dato vita a questa pagina - spiega Monica Fonte, residente a Valderice -. Chiediamo che la gente ci sostenga e sia solidale in questa nostra battaglia per preservare la sicurezza di questo luogo e delle nostre famiglie"

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