Cronache

Dadi Shop, il primo negozio gestito da ragazzi con la sindrome di down

In provincia di Padova è stato inaugurato il primo negozio in Italia gestito interamente da ragazzi con la sindrome di down. Così i giovani verranno introdotti nel mondo del lavoro

Dadi Shop, il primo negozio gestito da ragazzi con la sindrome di down

È nato il primo negozio in Italia gestito interamente da persone con la sindrome di down: "Siamo orgogliosi di questo progetto innovativo che arricchirà il centro commerciale e tutti i ragazzi che ci lavorano dentro".

A Selvazzano, in provincia di Padova, è satato inaugurato sabato pomerigio il Dadi Shop, il primo negozio in Italia gestito da persone con la sindrome di down. A far parte di questo progetto, ci sono diciassette ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che per la prima volta nella loro vita proveranno a lavorare come tutti gli altri cittadini.

Dadi Shop si trova nel centro commerciale Il Bacchiglione di Tencarola e mette in vendita borse, soprammobili, oggetti d'uso quotidiano, bigiotteria e molto altro. Ma non è tutto. Se a gestire il negozio ci sono ragazzi down, anche i produttori degli oggetti in vendita sono affetti dalla stessa sindrome. I pezzi, infatti, sono creati dalla cooperativa Vite Vere-Down Dadi di Padova. Chi ha realizzato questa iniziativa ha voluto creare un vero e proprio prodotto sociale per cercare di inserire questi ragazzi nel mondo del lavoro.

"Siamo orgogliosi di questo innovativo progetto che arricchisce il centro commerciale" - ha detto Matteo Canella, responsabile Affari generali di Alì Spa al Mattino di Padova. All'inaugurazione del Dadi Shop era presente anche il sindaco di Selvazzano: "Il negozio è un in punto strategico della città, sono sicuro che i ragazzi, pur essendo svantaggiati, avranno le stesse opportunità degli altri commercianti che operano nella struttura".

Ma la frase del sindaco non è piaciuta a tutti e sul web è scattata la protesta. "Non può dire in pubblico che sono svantaggiati - scrive un utente su Facebook -.

Siamo tutti uguali a questo mondo".

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