Politica

la Repubblica dell'odio

Il quotidiano di Scalfari vuole «cancellare» il leghista: uno schiaffo alla democrazia

la Repubblica dell'odio

«Cancellare Salvini» titolava ieri a tutta pagina La Repubblica, quotidiano democratico e antifascista. Proprio così, «cancellare», verbo che sa tanto di soluzione finale. Non «contestare», «battere» o - che ne so - «ostacolare». No, proprio «cancellare», manco fosse un rifiuto della società. «Cancellare», alla peggio e se necessario magari anche fisicamente come fecero i nazisti con gli ebrei.

«Cancellare» è una parola definitiva che non ammette repliche o mediazioni e se stampata a caratteri cubitali su un giornale diventa un ordine, qualcosa di simile al manifesto degli intellettuali pubblicato su Lotta Continua contro il commissario Calabresi che portò in breve tempo alla sua esecuzione fisica eseguita dagli odiatori radical chic. Il verbo «cancellare» sul giornale che ha fatto della senatrice Segre la sua bandiera da sventolare in faccia alle destre svela tutta l'ipocrisia di questi intellettuali democratici con la bava alla bocca e il coltello nella mano tenuta dietro la schiena per apparire pacifici e perbene. Basta che ti giri un attimo e zac, questi ti colpiscono con ferocia perché come scrisse e ben documentò nei suoi libri Giampaolo Pansa, più feroci dei fascisti ci sono stati solo gli antifascisti partigiani rossi.

«Cancellare Salvini» è il nuovo «manifesto dell'odio» del giornale e dell'area politica che celebra e sostiene il movimento «no all'odio» delle Sardine. Chi dei due mente non lo sappiamo, ma sospettiamo che entrambi siano odiatori seriali che si camuffano in un reciproco gioco di specchi.

«Cancellare Salvini» è un titolo che se traslato su Zingaretti lo avessimo fatto noi o altri giornali non di sinistra, avrebbe suscitato lo sdegno democratico della politica, l'apertura di un procedimento di espulsione dall'Ordine dei Giornalisti e forse anche una denuncia penale per istigazione alla violenza (Vittorio Feltri e Pietro Senaldi sono finiti nei guai seri per un ironico «La patata bollente» riferito a Virginia Raggi, io anche per meno).

«Cancellare» è la negazione della democrazia e pure del giornalismo, indipendente (che ridere) o no che sia. Noi non vogliamo «cancellare» questa sinistra, tanto meno uno dei suoi tanti viscidi leaderini. Noi vogliamo salvare noi e il Paese da questa sinistra e da questo governo nato sull'odio contro la parte politica avversa. Noi vogliamo difenderci e salvarci dalla «Repubblica dell'odio».

Commenti