Cronache

La denuncia dei ProVita: "Raggi censura i manifesti con Wojtyla"

Richiesta l'autorizzazione per l'affissione. L'accusa a Raggi: "Non abbiamo ancora ricevuto risposta"

La denuncia dei ProVita: "Raggi censura i manifesti con Wojtyla"

In principio fu il caso dei manifesti contro papa Francesco. Poi arrivò il bus anti-gender promosso da CitizenGo Italia e Generazione Famiglia, ingiustamente censurato dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria perché “contraria alla dignità umana delle persone transgender” e infine riabilitato dai giurì dell'autority. Oggi tocca a Papa Giovanni Paolo II e al suo messaggio "sovversivo" contro il divorzio.

La battaglia sui manifesti

Le battaglie sui temi etici (matrimonio, unioni gay, eutanasia e via dicendo) entrano ed escono dal dibattito pubblico come in una porta girevole. Ma c'è una frangia minoritaria, eppure consistente, della Chiesa che combatte a spron battuto le battaglie per l'adesione totale al Magistero contro quelle che considerano "derive" pericolose del nuovo corso cattolico. Una delle tanti armi di cui dispongono è quella delle pubblicità. Lo dimostrano, come detto, il "Bus della Libertà", i manifesti anti-Francesco o quelli dei "ProLife" con l'immagine "scandalosa" di un feto abortito. Ce ne sono stati in passato e ce ne saranno in futuro. Ieri, però, l'associazione "ProVita Onlus" si sarebbe trovata di fronte al muro della burocrazia del Comune guidato da Virginia Raggi.

"La censura di Raggi"

In un comunicato ufficiale l'associazione sostiene di aver "presentato tre diversi tipi di manifesti da affiggere per le vie di Roma al Comune, come da regolare procedura e ricevendo conferma di ricevimento". Che tipo di locandine? Niente di vergognoso: uno per commemorare il Cardinale Caffarra (considerato capostipite dei tradizionalisti) e ricordare l'impegno in favore del matrimonio di Giovanni Paolo II; il secondo contro l'aborto; e il terzo a difesa della salute delle donne. "È semplicemente allucinante - attacca Toni Brandi, presidente della Onlus - che il Comune sembra rifiutarsi a procedere e persino a darci una risposta formale con le motivazioni del diniego e questo più di 40 giorni dalla prima richiesta".

Il cartellone incriminato

In effetti il cartellone con Wojtyla sembra tutto tranne che offensivo. Nella bozza consegnata ai dirigenti comunali campeggia il Pontefice in piedi sulla papa-mobile, sovrastato da una sua famosa dichiarazione contro le unioni civili: "Ci alzeremo in piedi quando l'istituzione del matrimonio è abbandonata all'egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi proclameremo l'indissolubilità del vincolo matrimoniale".

"Come a Mosca anni '70"

Le domande di autorizzazione all'affissione, spiegano i ProVita, sono state inviate "con ricevute di protocollo dal Comune il 31.10, il 1.11 e il 28.11". Eppure, aggiunge Toni Brandi, "non abbiamo ancora ricevuto risposta". "Sembra di stare non a Roma, ma nella Mosca degli anni '70 - conclude il presidente di ProVita - Non abbiamo mai avuto problemi a pubblicare manifesti. Ora invece, l'amministrazione sembra tollerare solo messaggi 'graditi' e utilizza la polizia per sondare le 'motivazioni' di coloro che non si allineano al pensiero unico.

Non avevamo mai visto nulla di simile prima dell'amministrazione Raggi".

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