Cronache

"Noi musulmani siamo ipocriti. Ecco perché Isis ci rappresenta"

Un giovane algerino musulmano smaschera l'ipocrisia del mondo musulmano, che rifiuta l'Isis ma sogna di imporre la sharia che Daesh applica correttamente: "Dobbiamo riformare l'islam"

"Noi musulmani siamo ipocriti. Ecco perché Isis ci rappresenta"

Ci si chiede di continuo se l'islam è, o meno, una religione di pace. Difficile crederci, visti i continui attentati terroristici, le minacce, Isis, il jihad e tutto il resto. Davvero difficile crederci. Chi ne è certo perdoni la nostra incredulità.

Dopo ogni mattanza islamica, si scatena il valzer delle giustificazioni da parte delle comunità musulmane. "Questo non è l'islam", dicono. "Il Corano non predica odio", ripetono. "Maometto ci ha vietato di uccidere anche solo una formica", aggiungono. Bene. Eppure l'isis continua a fare proseliti, i terroristi crescono, il jihad è un'attività quotidianamente praticata. Dove sta l'inghippo?

Forse c'è. Tante volte la cominità musulmana è stata accusata di fare troppi distinguo nelle accorate condanne degli attentati. "Muoiono anche musulmani", dicono. "Non parlate mai delle vittime dei nostri Paesi", aggiungono. "Il terrorismo? Solo un complotto massonico", asseriscono. Perché? Perché non c'è una condanna chiara e netta? Ripeto: dov'è l'inghippo?

A questa domanda ha provato a rispondere uno studente di 27 anni, musulmano, in una lettera spontanea inviata ad Asianews. Il ragazzo accusa di ipocrisia tutto il mondo islamico. Che a voce condanna il terrorismo, ma sotto sotto sogna di imporre la sharia e vede di buon grado l'idea di vivere sotto il califfato.

"Oggi ho deciso di prendere posizione per difendere lo Stato islamico davanti a tutti coloro che dicono che esso non rappresenta la sharia - scrive provocatoriamente lo studente - Daesh non è ipocrita. Esso è franco, diretto e vero. Come osiamo dire che Daesh non rappresenta la sharia? Una sharia inventata dai nostri “ulema”, predicata nelle nostre moschee e insegnata nelle nostre scuole? E oggi questa stessa sharia è perfettamente applicata sul terreno proprio dallo Stato islamico. È il risultato delle nostre idee e della nostra giurisprudenza religiosa, sorta più di 10 secoli fa".

"Noi - aggiunge il 27enne - vogliamo un califfato simile a quello del profeta come ben lo descrivono i nostri libri e i nostri imam nelle loro prediche. È un’utopia insegnata da secoli! Smettiamola col denunciare questo Stato e smettiamola di offenderlo. Non è facile sbarazzarci di esso perché è il figlio legittimo della nostra giurisprudenza (...) Se oggi gli Stati Uniti ci aiutano a realizzare il nostro sogno (lo Stato “diabolico”), per loro interessi, noi dobbiamo ringraziarli perché è un obbiettivo della nostra giurisprudenza. Dobbiamo anche applaudire i coraggiosi membri di Daesh. Essi non sono ipocriti come noi. Essi applicano alla lettera le raccomandazioni dei dottori coranici".

Gli islamici tutti, insomma, aspirano al Califfato perché è questo che vuole la tradizione e la giurisprudenza islamica. Anche se fanno finta di non apprezzare Al-Baghdadi. "La nostra posizione - aggiunge lo studente algerino - è davvero contraddittoria, confusa, disonesta, ipocrita. Noi condividiamo la stessa sharia con Daesh, ma purtroppo non la assumiamo e continuiamo a dire che Daesh non ci rappresenta! È davvero strano! Non vogliamo l’instaurazione di un califfato? Non vogliamo instaurare la nostra sharia? Se la risposta è “sì”, non abbiamo che due scelte. O noi raggiungiamo e facciamo alleanza con Daesh, e la smettiamo di recitare la commedia, o riformiamo la nostra visione dell’islam e la spolveriamo di tutto il vecchiume, ossia della sharia e della giurisprudenza inventata dagli ulema! Dobbiamo decidere prima che sia troppo tardi".

Ma forse il tempo è già scaduto.

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