Cronache

Deride, pesta e sputa agli agenti. ​Ma il clandestino è già libero

Il nigeriano era parcheggiatore abusivo a Busto Arsizio. Trasferito a Bari per l'espulsione, ha un ricorso pendente: liberato

Deride, pesta e sputa agli agenti. ​Ma il clandestino è già libero

Aveva deriso i vigili urbani e sputato addosso alle loro divise, ma questo non basta per salire su un volo charter diretto al suo Paese di origine. Uno dei due nigeriani fermati a Busto Arsizio per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di generalità non verrà espulso. Il motivo? "Essendo pendente un suo ricorso dopo il rifiuto ad avere lo status di rifugiato politico, ora può girare a piede libero come gli pare, sino a sentenza".

Il cortocircuito del sistema Italia viene denunciato alla Prealpina dall'assessore alla Sicurezza di Busto Arsizio, Massimo Rogora. Il giovane nigeriano era stato trasferito a Bari in un centro di espulsione ma ora "è stato lasciato andare". Comprensibile l'ira dell'assessore e, chissà, pure quella dei vigili beffati e derisi dai due immigrati.

I fatti risalgono a una settimana fa. Il nucleo motociclisti della Municipale di Busto stava realizzando un normale controllo per contrastare i parcheggiatori abusivi quando sono andati nei pressi dell'ospedale del paese. Qui hanno trovato i due nigeriani, entrambi clandestini (uno classe '95 e l'altro '83), pregiudicati e senza fissa dimora. I due, secondo la ricostruzione delle autorità, erano soliti chiedere monete agli automobilisti in un posteggio che (in teoria) sarebbe completamente gratuito.

Di fronte alla richiesta dei vigili di presentare i documenti, però, i due immigrati - tra insulti, sputi e spintoni - si sono rifiutati di fornire le generalità. Infine hanno ballato di fronte all'auto di servizio per farsi beffe degli agenti (guarda qui il video).

All'ovvia denuncia per resistenza era seguita la decisione dell'Ufficio immigrazione della questura di Varese di emettere seduta stante un decreto di espulsione. Tutti vissero felici e contenti? Macché: il clandestino è già libero. "Si tratta dell'ennesima presa in giro da parte di uno Stato che non protegge i suoi uomini ma preferisce concedere licenze di delinquere e molestare a persone indegne", attacca Rogora.

Immaginate la frustrazione dei vigili, cornuti e mazziati: "Sono costretti a sentirsi le lamentele dei cittadini - dice alla Prealpina l'assessore - e a compiere interventi in cui rischiano di prendersi una sprangata in testa o uno sputo in faccia" ma poi vengono "mortificati" perché "il cattivo diventa 'poverino' e può tornarsene in libertà".

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