Cronache

Diciotti, la lezione del Colonnello ai buonisti: "Ecco dove finiranno i migranti"

La nave Diciotti è ancora a Catania. Il pm di Agrigento interrogherà oggi i funzionari del Viminale. Ma l'ex ufficiale dei Carabinieri, il colonnello Paternò, sferza i pm

Diciotti, la lezione del Colonnello ai buonisti: "Ecco dove finiranno i migranti"

Il Colonnello Savino Paternò, ex ufficiale CC, non le manda a dire. Non le manda a dire al procuratore di Agrigento, il pm che è salito sulla nave Diciotti della Guardia costiera dopo aver aperto un fascicolo per "sequestro di persona" contro ignoti. Oggi Luigi Patronaggio è atteso a Roma per ascoltare alcuni funzionari del Viminale. Legittimo, per carità. Ma c'è chi, come il colonnello, non approva il suo modo di gestire la questione Diciotti.

Il pm quando salì a bordo non mancò poi di raccontare ai cronisti la "realtà devastante" che aveva trovato sulla nave della Guardia costiera italiana. "A cominciare dai cattivi odori che ti restano addosso - disse - Mi ha accompagnato un appuntato che non era mai stato a contatto con questa realtà. Sconvolto. 'Dottore dal vivo cambia tutto, non è come si legge sui giornali...'. Ha ragione".

Ma il colonnello Paternò gli fa notare che "se lei e il suo appuntato (che evidentemente passa troppo tempo nei tribunali e poco alla territoriale) avesse accompagnato le forze dell' ordine nelle perquisizioni e negli arresti eseguiti quotidianamente all'interno di campi nomadi, tendopoli e barac che, dove frotte di clandestini trovano rifugio addossati gli uni sugli altri, in assenza di alcuna noma igienica, quel 'cattivo odore' che tanto l'ha turbata, lo conoscerebbe già".

E un motivo c'è. Perché secondo il colonnello, che ha affidato i suoi pensieri ad un articolo sul Tempo, "quello sarà il destino della quasi totalità di quelle 177 persone quando e se sbarcheranno nella terraferma. Ah si, verranno accolti, anzi contesi dalle varie cooperative che lucreranno su di loro (ma il denaro, come si sa, quello non puzza). Ma nel momento in cui non gli verrà riconosciuto lo status di rifugiato, allora saranno abbandonati in strada come cani randagi. E a quel punto puzzeranno come prima, peggio di prima, però del loro fetore non interesserà più niente a nessuno".

L'invettiva di Paternò è un lucido schiaffo ai buonisti. "Vede, procuratore - conclude il colonnello - ogni "sbirro" quella puzza la conosce bene, fa parte del proprio lavoro ma non rimane sconvolto come lei e sa perché? Perché sono meglio quelli con puzza sotto le ascelle che quelli...

con la puzza sotto il naso".

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