Cronache

Ambientalismo e preti sposati: il Sinodo rivoluziona la Chiesa

Diaconi sposati che possono divenire sacerdoti, rito amazzonico, donne dirigenti di comunità ed ecologia integrale: il Sinodo vuole cambiare la Chiesa. Ma la scelta finale è nelle mani di Papa Francesco

Ambientalismo e preti sposati: il Sinodo rivoluziona la Chiesa

Il documento finale del Sinodo panamazzonico è stato stilato: ora bisogna che Papa Francesco lo approvi. Ma c'è comunque aria di svolta per la Chiesa cattolica.

Le statistiche sul voto raccontano di come tra i padri sinodali non siano emerse grosse spaccature: se esiste un malessere è del tutto esterno alle logiche dell'assemblea convocata per questo ottobre da Jorge Mario Bergoglio. Le maggioranze sono sempre state schiaccianti. Due riforme in senso progressista ed un rimando: queste le due principali misure avallate nella prima fase. Una, la più importante, riguarda l'estensione del celibato ai diaconi permanenti e sposati, che sono presenti sul territorio panamazzonico. Significa, con ogni probabilità, che a breve gli indigeni potranno contare su nuovi sacerdoti. Proprio quella che in molti si auspicavano.

Vuol dire però che la stessa novità potrebbe essere adottata altrove. E questa è la principale preoccupazione dei conservatori e dei tradizionalisti. C'è chi predica prudenza, come l'arcivescovo austriaco Schonborn, e chi, come il cardinale brasiliano Hummes, può dirsi soddisfatto. Vale comunque la pena evidenziare come si sia scelto, per ora, di evitare l'espressione "viri probati".

Poi c'è il secondo grosso elemento d'innovazione: la cosiddetta "elaborazione" di un modo di celebrare che possa tenere a mente le esigenze e la prassi degli amazzonici. Qualcosa di diverso, per quanto comparabile, era spuntato tempo fa, con l'ipotesi di una "messa ecumenica", che doveva essere valida per cattolici e protestanti. I tradizionalisti sollevarono critiche: "Protestantizzazione". Ma non è mai stato troppo chiaro se una commissione istituita ad hoc stesse lavorando o no. In questo caso, la certezza c'è.

Secondo quanto riportato dall'Adnkronos, infatti, un cammino è già stato individuato: "Il nuovo organismo della Chiesa in Amazzonia - hanno scritto i padri sinodali - deve costituire una commissione competente per studiare, dialogare, secondo gli usi e i costumi dei popoli ancestrali, l'elaborazione di un rito amazzonico che esprima il patrimonio linguistico, teologico, disciplinare e spirituale dell'Amazzonia, con particolare riferimento a quanto afferma la Lumen gentium per le Chiese orientale".

All'interno di questo ultimo punto, rientrano in qualche modo anche le modalità di culto preferite da quelle popolazioni. Le Pachamame, che erano state scaraventate nel Tevere da qualche cattolico che non ne condivideva l'esposizione presso Santa Maria in Traspontina, continuano a tenere banco: ieri sui social sono emerse alcune immagini che ritraggono le statue indigene al centro della chiesa sopracitata. Dovrebbero, insomma, essere state ricollocate. Segno di come la "Chiesa in uscita" di Papa Francesco non sia disposta ad assecondare "rigidismi". Non è un caso che il Santo Padre abbia tuonato ieri contro quelle "élite", che dovrebbero oltrepassare quelle che Bergoglio ha chiamato "cosette".

Per quanto riguarda il diaconato femminile, invece, sembra di poter parlare di un vero e proprio "stop": il Santo Padre ha annunciato un'ulteriore convocazione della commissione che sta valutando ogni dettaglio attorno a questa ipotesi. La soluzione più semplice e meno soggetta a problematiche dottrinali, però, è quella di far sì che le fedeli di chiara e provata fede possano essere incardinate in un ruolo sinora atipico: quello di dirigenti di comunità. E i padri sinodali, in larga parte, sono concordi.

Le femministe che avevano domandato d'istituire un sacerdozio femminile, oltre che di partecipare alla fase decisionale del Sinodo, non saranno troppo soddisfatte. Una svolta parziale c'è. Tutte queste decisioni, però, avranno effetto, sempre in caso di placet papale, solo sui territori amazzonici.

La domanda del futuro riguarda l'eventuale esordio di queste riforme nella intera Chiesa universale.

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