Cronache

Ex Ilva, i commissari dichiarano guerra ad Arcelor

Consegnato l’esposto denuncia alla procura di Taranto da parte dei tre commissari. Si chiede se il comportamento di Arcelor ha leso l’economia nazionale

Ex Ilva, i commissari dichiarano guerra ad Arcelor

Diventa sempre più spinosa la situazione dell'ex Ilva a Taranto. Dalla notifica di recesso dal contratto di fitto da parte di Arcelor Mittal comunicata all'Ilva in amministrazione straordinaria i dipendenti del più grande impianto siderurgico d'Europa, a Taranto, sono in mezzo ad un mare in tempesta. Il casus belli: il venir meno dello scudo penale per cui chi inquina non va dinanzi ai giudici.

I tre commissari straordinari dell'ex Ilva hanno consegnato questa mattina nelle mani del procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, e del procuratore aggiunto, Maurizio Carbone "un esposto denuncia contenente fatti e comportamenti, inerenti al rapporto contrattuale con Arcelor Mittal, lesivi dell’economia nazionale. Tanto al fine di verificare la sussistenza di ipotesi di rilevanza penale".

L’esposto presentato da Corrado Carruba, Piero Gnudi ed Enrico Laghi (i tre commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria) denuncia la violazione, da parte di Arcelor Mittal la violazione dell’articolo 499 del codice penale. L'articolo punisce con la reclusione da tre a dodici anni o con una multa non inferiore a circa 2mila euro "chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione, cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale" e quindi all’economia italiana, "o fa venir meno in misura notevole merci di comune o largo consumo". Si parla ancora di ipotesi di reato. Ieri, infatti, è stato aperto un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, presso la procura della Repubblica di Milano, per indagare sulla gestione dell'ex Ilva.

A sostegno dell’ipotesi di reato, nella denuncia si fa riferimento al fatto che il processo messo in atto da parte del gruppo franco-indiano di abbassamento della produzione degli impianti e di riduzione del loro calore può danneggiare le apparecchiature e si sottolinea che lo stabilimento di Taranto è strategico dal punto di vista nazionale «ex lege» (con riferimento a uno dei decreti “Salva Ilva”).
Intanto Arcelor Mittal due giorni fa ha fatto sapere in una nota trasmessa ai sindacati di categoria il calendario del graduale spegnimento degli impianti. Si partirà dall'altoforno 2 (già sotto sequestro con facoltà d'uso) che sarà spento entro il 13 dicembre, per poi proseguire con l'altoforno 4 entro fin dicembre, l'altoforno 1 entro la fine di gennaio.

L'agglomerato, le cokerie e la centrale termo elettrica si fermeranno quando saranno spenti gli altri impianti.

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