Cronache

"Non era mai accaduto...". Colombo svela tutto su Travaglio, il Fatto e Orsini

Nuove bordate dell'ex parlamentare contro Travaglio per la scelta di ospitare Orsini sul Fatto. "Lo hanno incoronato, si è creato un clima filorusso". E nel mirino finisce pure Padellaro

"Non era mai accaduto...". Colombo svela tutto su Travaglio, il Fatto e Orsini

"L'arrivo di Orsini segna una mutazione, una rottura". Un punto di non ritorno. Ancora fulmini e saette sul Fatto Quotidiano: la furia di Furio Colombo non si è placata. Ostinato, severo, inflessibile, l'ex parlamentare icona della sinistra se n'è andato dal giornale di Marco Travaglio sbattendo la porta e facendo una lavata di capo al direttore stesso per la sua scelta di assecondare la linea del controverso professore sull'Ucraina. "Non potevo avere un falsario come collega", ha attaccato Colombo, lamentando di essersi visto negare la pubblicazione di un articolo nel quale manifestava questo suo dissenso. Un fatto che "non era mai accaduto" e che ha spinto l'editorialista a levare le tende.

La furibonda rissa scatenatasi nei giorni scorsi attorno a queste faccende, ora, è arrivata a un secondo round. E, ancora una volta, a mandare al tappeto Travaglio è stato lo stesso Colombo. "Il quotidiano che avevo contribuito a fondare tredici anni fa ha preparato una grande festa di 'incoronazione' per il nuovo personaggio della politica italiana, il professore Orsini", ha bacchettato l'ex deputato, riferendosi a un evento al quale avevano preso parte le principali firme del giornale travagliesco (direttore in primis). La "celebrazione" del sociologo campano - ha spiegato ancora Colombo in un'intervista a Micromega - "impediva e impedisce assolutamente a una persona come me di restare sulle stesse pagine".

Poi, l'ulteriore attacco alla linea intrapresa dal giornale da quando l'ex docente Luiss è stato accolto come commentatore. "L'arrivo di Orsini segna una mutazione, una rottura di continuità, segna nella vita del giornale un'epoca nuova, e quest'epoca nuova è un'epoca brutta perché è caratterizzata dall'alterazione della verità", ha sentenziato Colombo, rivelando di avere sì ricevuto attestati di solidarietà, ma accompagnati anche dalla "volontà di non risultare ostili al clima filorusso creatosi nel giornale".

Nella resa dei conti a mezzo stampa, l'ex direttore de L'Unità ha anche svelato di aver esposto a Travaglio il proprio disappunto, incontrando però una strenua difesa di quest'ultimo nei confronti di Orsini e di Massimo Fini, altro editorialista che Colombo aveva attaccato per le sue ricostruzioni storiche. A nulla, dunque, sarebbero serviti i tentativi di mediazione. "Non poteva funzionare. C'era il macigno delle falsità sull'invasione dell’Ucraina da parte di Putin, come raccontata da Orsini, e sui nazisti in Italia come raccontati da Fini".

Nel suo sfogo, Colombo ha anche svelato quelli che a suo parere sarebbero gli altarini del Fatto Quotidiano, sottolineando una diversità di opinioni tra gli stessi Padellaro e Travaglio. "Ho l'impressione che ci siano delle differenze, forse anche sostanziali, ma Padellaro, da buon editore, si trova nella condizione di non poter perdere un direttore che funziona bene con un certo tipo di pubblico.

Padellaro sostiene Travaglio perché Travaglio è il giornale". Per l'ex parlamentare, quell'aria era diventata irrespirabile

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