Cronache

In Francia il terrorista in cella d'isolamento aveva il cellulare

L'uomo era in contatto con gli attentatori della strage del 13 novembre

In Francia il terrorista in cella d'isolamento aveva il cellulare

Jihadista era in cella d’isolamento col cellulare. È accaduto in un carcere della Francia dove l’uomo, Sid Ahmed Ghlam, studente algerino d’informatica, era rinchiuso. Come riferisce Le Figarò l’uomo potrebbe aver comunicato da lì con i terroristi che hanno organizzato gli attentati del 13 novembre a Parigi.

Ghlam è accusato di aver organizzato un attentato contro una chiesa cattolica a Villejuif, alle porte della capitale francese e, secondo gli investigatori, sarebbe legato anche all’omicidio di Aurélie Châtelain, la donna uccisa il 19 aprile 2015, in auto, per strada. L’algerino, o alcuni suoi complici, avrebbero cercato di rubarle l’auto e di averla uccisa con lo scopo di andare a commettere l’attentato che, poi, però, non fecero. Per cira sei mesi, dal luglio al novembre dell’anno scorso, il jihadista avrebbe fatto migliaia di telefonate e il fatto sarebbe stato scoperto solo dopo il 13 novembre, durante una perquisizione nella sua cella dove venero ritrovati una sim usata, vari documenti su giovani partiti per la Siria e su altre persone che hanno partecipato agli attentati del 13 novembre.

Pochi giorni dopo, con un’altra perquisizione, in quella stessa cella fu trovata una sim nuova di zecca. Fu così che il prigionierio fu trasferito dal carcere di Fresnes a un altro centro di detenzione. L’algerino è sempre stato un personaggio enigmatico. All’inizio gli inquirenti erano caduti nel tranello, considerandolo uno sprovveduto, che era caduto nel giro dei jihadisti, costituendo comunque una mezza tacca dell’organizzazione. Progressivamente sono emersi nuovi elementi. All’inizio gli inquirenti pensavano di avere a che fare con uno sprovveduto ma l’uomo, in realtà, aveva già partecipato alle attività della filiale del Buttes-Chaumont, il parco dove si riunivano gli integralisti.

Tra il 2013 e il 2014, inoltre, aveva vissuto a Reims, a pochi metri dal domicilio di Saïd Kouachi, uno degli attentatori del Charlie-Hebdo.

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