Politica

Le gambe della Boschi mandano in tilt la sinistra

Caos per una vignetta sul Fatto con il ministro in minigonna

Le gambe della Boschi mandano in tilt la sinistra

Dopo aver affrontato con la serietà di solito riservata alle tragedie nazionali il tema delle «cicciottelle» olimpiche, la politica italiana sposta l'attenzione e si divide sulle cosce della ministra Boschi. Colpa di una vignetta satirica irriverente, come tutte le vignette satiriche, pubblicata ieri dal Fatto Quotidiano. A sinistra sono andate in tilt. Un fiume di dichiarazioni scandalizzate di donne, e qualche uomo, offese da tanto decadimento (non delle cosce, che a occhio appaiono ancora sode, ma del giornalismo). Il renzismo ormai sta diventando oltre che una dittatura una religione di Stato tipo sharia: vietato dissentire, vietato ridere, vietato scherzare, vietato prendere in giro ministre che peraltro fanno di tutto per mettere in mostra durante i dibattiti estivi quel che ancora di spendibile rimane del loro corpo. Non stiamo parlando di dettagli o di pettegolezzi da spiaggia, stiamo parlando di libertà, anche di quella sacrosanta di essere maleducati. Questi moralisti censori sono anche selettivi. Quando il Fatto Quotidiano, e non solo lui, durante il governo Berlusconi ironizzava sulle gambe della ministra Carfagna (per inciso, parere personale, molto meglio di quelle della Boschi) nessuno si stracciava le vesti. Anche per il corpo vale il doppiopesismo: sacro se di sinistra, maneggiabile (mediaticamente) se di destra. Per non parlare di quello degli uomini: scrivere del «nano Brunetta» o del «ciccione Ferrara» non ha mai costituito scandalo, né morale né politico.

Ho rischiato il linciaggio e l'espulsione dall'Ordine dei giornalisti per il titolo «Merkel culona», che in verità si riferiva a un fatto giudiziario (una presunta intercettazione di Berlusconi che si è poi scoperto non esistere) e non fisico. Non mi pento. Vorrei poter scrivere liberamente della cellulite di Laura Boldrini (così almeno risulta da alcune fotografie scattate in spiaggia) e passare per cronista e non per bieco sessista. Ma nell'era Renzi tutto questo è vietato, non mi stupirei se il Parlamento varasse una legge in tal senso. E dire - lo abbiamo ricordato ieri - che siamo reduci dalla sbornia del «Je suis Charlie Ebdo», ipocrita inno alla libertà di critica e di satira. Se Renzi fosse quello che dice di essere dovrebbe farsi vivo e seppellire con una risata questi servi sciocchi.

Se non lo farà vorrà dire che è davvero lui il mandante.

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